Violenza sessuale a Monza (Fonte: repubblica.it)

Violenza sessuale durante l’alternanza scuola-lavoro

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L’uomo di 54 anni e’ stato arrestato dalla Polizia dopo che il gip ha emesso l’accusa di violenza sessuale su minore. Il fatto e’ avvenuto a Monza, dove le 4 ragazze stavano svolgendo l’attivita’ di alternanza scuola-lavoro, prevista dalla riforma Buona Scuola. L’uomo era il proprietario di due centri estetici e aveva accolto le 4 studentesse.

Queste erano pero’ state ridotte in una sorta di totale schiavitu’ psicologica, che avrebbe permesso all’uomo di abusare di loro. Questa condizione era stata data dal fatto che l’esito del progetto veniva deciso dallo stesso titolare, che poteva decidere se “promuovere o bocciare” le ragazze.

Si sospettano altri casi di violenza sessuale e abusi

Il procuratore di Monza Luisa Zanetti ha affermato che non si puo’ escludere che gli abusi e le violenze si siano fermate a questa 4 ragazze. Difatti, l’attivita’ di alternanza scuola-lavoro deve prendere in considerazione anche il luogo lavorativo e il comportamento dei dipendenti e titolari. Le vittime, ora, si sentono in colpa per non aver rifiutato di concedersi al titolare, e la vergogna e’ tale che inizialmente si erano rifiutate di denunciare l’uomo.

La scoperta degli abusi

La polizia ha iniziato a indagare nel febbraio di quest’anno, quando una delle 4 ragazze stava lavorando al centro estetico. Dopo la violenza sessuale, la studentessa aveva mostrato un grave malessere psico-fisico e non intendeva tornare al centro. Al consultorio, a cui si era affidata su consiglio dei genitori, ha svelato il suo segreto.

A seguito della segnalazione alla procura, la Polizia ha identificato tutte le studentesse che avevano svolto lo stage al centro estetico, scoprendo cosi’ altri casi. Oltre alle testimonianze delle ragazze, si aggiungono come prove le intercettazioni e lo stato di salute delle vittime. L’uomo ora rischia fino a 12 anni di reclusione.

Regione Lombardia sara’ parte civile nel processo

La Regione ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro l’uomo. Il gesto e’ stato accolto con soddisfazione dalla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.«E’ inammissibile che le nostre ragazze e i nostri ragazzi possano essere oggetto di simili violenze mentre stanno svolgendo un pezzo della loro formazione» ha affermato la ministra, commentando il fatto.

Fonte: Repubblica


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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24