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Sonno polifasico: dormire meno e meglio
Il sonno polifasico permette di dormire meno ma migliorando la qualità del riposo e avendo più tempo durante la giornata.
Cos’è il sonno polifasico
Il termine “sonno polifasico” è stato coniato dallo psicologo J.S. Szymanski nel primi anni del XX secolo.
Indica la pratica di dormire più volte al giorno, dividendo il sonno in piccoli pisolini diurni.
Contrariamente al “mito”secondo cui sarebbe indispensabile dormire 8 ore per notte, la salute e il benessere psicofisico dipendono dalla qualità del sonno e non dalla quantità.
Il riposo si divide in 3 fasi: sonno leggero, sonno pesante e fase R.E.M. (Rapid-eyes-movement) in cui sognamo; fasi che si susseguono durante la notte, nello stesso ordine, per almeno 4 o 5 volte.
La fase veramente importante per la sopravvivenza è solo la fase R.E.M., l’unica in cui corpo e mente riposano.
Ma visto che la fase R.E.M si alterna a quelle di sonno leggero e sonno pesante, essa dura circa 2 ore a notte. Ecco perché, al fine del benessere, secondo i fautori del sonno polifasico sarebbero sufficienti 2 ore e non 8.
Diverse scuole di sonno polifasico
Le 2 principali scuole di pensiero sul sonno polifasico sono il metodo Uberman e il metodo Everyman.
Secondo il metodo Uberman non si dovrebbe riposare mai per cicli prolungati monofasici ma solo brevi riposini della durata di 20 minuti ciascuno ogni 4 ore.
Il metodo Everyman, invece, prevede una fase di sonno “lunga” che può variare da un’ora e mezza fino a 4 ore, e brevi sonnellini di 20 minuti durante la giornata.
Benefici del sonno polifasico
Il principale beneficio del sonno polifasico è quello di migliorare notevolmente la qualità del riposo: ci permette di dormire per così poco tempo in quanto riduce il sonno leggero e quello pesante, lasciando inalterata solo la fase R.E.M.
Se il nostro cervello sa che potrà dormire solo mezz’ora alla volta, allora diminuirà i tempi facendoci entrare la fase R.E.M. fin da subito.
Inoltre, altro vantaggio non da poco: ci permette di ridurre le ore dedicate al sonno avendo più tempo a disposizione per noi e per tutte le altre attività.
Abituarsi, ovviamente, non è semplice ma non bisogna scoraggiarsi al primo tentativo: prima di raggiungere un equilibrio “sonno veglia” soddisfacente sono necessari diversi tentativi.
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