Tra i malati affetti da Sars-Cov-2 sintomi più aggressivi per chi ha la pancia, uno studio dell’Università La Sapienza lo dimostra. Questo studio effettuato su pazienti in terapia intensiva dimostra che chi ha più grasso viscerale della media ha maggiori probabilità di finire in terapia intensiva a causa dell’aggravarsi dei sintomi del Coronavirus. A dirlo è una ricerca clinica, realizzata dalla Dottoressa Mikiko Watanabe sotto la guida del Prof. Lucio Gnessi e del Prof. Andrea Laghi, della Sapienza Università di Roma, in collaborazione con il Campus Bio-Medico dell’Università di Roma e l’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna.
Lo studio ha voluto dimostrare come non soltanto la pancia fa aggravare il Covid-19 a tutte le età, ma anche che il grasso viscerale sembrerebbe addirittura più importante dello stato polmonare nello spiegare la necessità di una ventilazione meccanica.
La pancia fa aggravare i pazienti affetti da SARS-CoV-2
Nello specifico è venuto fuori – ricorda la Dottoressa Watanabe – che i pazienti intubati di tutte le età, giovani e anziani, hanno un maggior quantitativo di grasso viscerale.
In particolare, per ogni aumento pari ad un’unità di grasso viscerale, si ha una probabilità 2,5 volte maggiore di dover essere intubati per poter respirare (Odds Ratio 2,5; 95% CI 1,02-6,02).
Perché la pancia è un fattore di aggravamento del Covid -19?
Il dato era emerso già da alcuni studi e relazioni effettuate su diverse tipologie di pazienti in differenti cluster: New York, Parigi, Londra. A parlarne c’era stato in un intervento alla Ketolerning di giugno 2020 il Professor Matteo Bassetti.
Bassetti Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino (GE), aveva riportato alcune ricerche pubblicate su prestigiose riviste scientifiche che sottolineavano per malati di Sars-Cov-2 rischi di sintomi più aggressivi per chi ha la pancia e in generale per pazienti obesi e diabetici.
Il Professor Giovanni Spera, Endocrinologo, già Professore alla Sapienza di Roma sottolinea l’importanza del lavoro della Dott.ssa Watanabe poiché si tratta di una conferma clamorosa della necessità di valutare attentamente peso e percentuale di grasso addominale/viscerale per programmare gli interventi in grado di contenere l’impatto sanitario di una possibile nuova ondata infettiva. “Non si legge di valutazioni antropometriche (Indice di massa corporea e circonferenza addominale), ma, sempre a mio parere, andrebbero fatte, anche perché delle strategie di prevenzione e contenimento del problema ci sono e risultano essere anche molto efficaci”, ricorda il Professor Spera.