Le medicine sono sempre più care e sempre meno italiani possono permettersele. Nel 2017, 580.000 persone hanno bussato alla porta di enti assistenziali per avere i medicinali necessari per curarsi. Un italiano su dieci non può permettersi di pagare il ticket sanitario e gli esami del sangue. È quanto emerge dal Rapporto 2017 “Donare per curare povertà sanitaria e donazione farmaci”, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e realizzato dall’Osservatorio Donazione Farmaci.
Curarsi è un privilegio
Potersi permettere cure idonee è sempre più un privilegio. In Italia il 23% delle persone non ha potuto acquistare medicine per motivi economici. Per far fronte alle richieste degli indigenti, la richiesta di medicinali da parte degli oltre 1.700 enti assistenziali è cresciuta del 9,7% rispetto al 2016, addirittura del 27,4% in cinque anni. Da notare che, tra quelli che non possono permettersi i medicinali, sono in aumento, oltre agli stranieri (più 6,3%), anche i minorenni (3,2%). Di questi, la maggior parte sono italiani (+4,5%) contro un aumento dell’1,5% dei minori stranieri.
Gli under 18 sono il 21,6% degli utenti che si rivolgono agli enti assistenziali.
Servizio sanitario e medicine
Il problema reale è che non si parla solo di indigenti. Secondo un’indagine commissionata dal Banco Farmaceutico a Doxa Phama, una persona su tre è stata costretta a rinunciare almeno una volta ad acquistare medicine o a visite, terapie o esami. Il 16%, invece, ha dovuto rinunciare a tutte le cure. Nel 2015, in Italia, le persone indigenti hanno potuto spendere per curarsi 29 centesimi al giorno, ovvero 106 euro l’anno (14 euro in meno rispetto all’anno precedente), contro i 695 euro (più del 13%) del resto della popolazione.
Anche chi è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale ha problemi. Più del 10% degli intervistati ha rinunciato a visite ospedaliere o a esami del sangue. Nel 2015, oltre 13 milioni di italiani ha limitato il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivi economici. Rispetto al 2014 parliamo di un milione di persone in più.
Seguici su Telegram
