Da quanti anni sentiamo parlare del riscatto laurea gratuito? Finora però si tratta solo di chiacchiere senza una reale previsione in questo senso.
Lo stesso Pasquale Tridico, Presidente Inps, poco tempo fa ne ha sottolineato l’importanza, sostenendo che questa possibilità andrebbe introdotta nella riforma pensionistica, e avrebbe la positiva conseguenza di incentivare i giovani ad avvicinarsi all’università e a concludere gli studi. In Germania questa pratica è già prevista e addirittura è anche possibile riscattare gli ultimi due anni delle scuole superiori.
A che punto siamo invece in Italia? Sarà davvero introdotta questa possibilità? Facciamo il punto della situazione.
Riscatto laurea agevolato
Allo stato attuale esiste solo il riscatto laurea agevolato, in base al quale per recuperare quattro anni universitari si dovrebbe pagare una cifra di poco superiore ai 20.000 euro. Un importo sicuramente piuttosto elevato che spesso scoraggia chi eventualmente ne fosse interessato. Potrebbe essere vantaggioso solo per chi si trovasse vicino al pensionamento e, col riscatto della laurea, potrebbe anticipare di qualche anno l’uscita dal mondo del lavoro.
Una simile previsione rischia di penalizzare chi dopo le scuole superiori ha preferito scegliere la strada dello studio anzichè entrare già nel lavoro subito dopo il diploma, godendo quindi di minori tutele previdenziali. Senza contare che, rispetto al riscatto ordinario, determina sì un onere più leggero, ma anche un minore importo di pensione. La scelta va dunque ponderata a seconda della propria situazione contributiva.
Quando potrebbe essere previsto
Ad oggi non esiste alcuna previsione nel senso di un riscatto a titolo gratuito della laurea. Quella di Tridico è infatti solo una proposta. Ci si aspetta che la manovra di bilancio 2023 possa trovare a tale fine le adeguate coperture finanziarie.
Se così fosse si seguirebbe la direzione indicata da Mario Draghi di voler tutelare maggiormente i giovani. E in questo senso sarebbero sicuramente più tutelati anche nel mercato del lavoro.