ROMA – Rifondazione Comunista aderisce e invita a partecipare oggi, 24 giugno, alle due manifestazioni nazionali che si terranno a Roma. “Al mattino – si legge in una nota di Maurizio Acerbo (foto), segretario nazionale, e Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro – saremo alla manifestazione indetta dalla Cgil per la difesa e il rilancio del servizio sanitario pubblico, nel pomeriggio a quella indetta con USB contro il governo Meloni e le sue politiche antipopolari in difesa dei salari e delle pensioni. E’ un fatto positivo che la Cgil lanci una grande mobilitazione in difesa del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, pubblico e universale”.
E aggiungono: “Gli obiettivi sono gli stessi che come Rifondazione Comunista avanziamo da tempo tra i quali: contrasto alle privatizzazioni e ai tagli che con questo governo continuano a impoverire il sistema sanitario sia nelle strutture sia nelle risorse professionali; ricostruzione della sanità territoriale e della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, rilanciando la prevenzione; un piano straordinario di assunzioni per contrastare le carenze di personale su cui continua a crescere il divario con gli altri paesi europei”.
Rifondazione Comunista aderisce alle manifestazioni contro il governo Meloni
Nel pomeriggio, invece, “saremo alla manifestazione della quale siamo promotori insieme a Usb e a un ampio schieramento di soggetti politici e movimenti per dire no alle politiche attuate in questi mesi dal governo Meloni, dalla guerra all’eliminazione del reddito di cittadinanza, dalle politiche sui migranti alla riforma regressiva del fisco, dai tagli alla sanità all’autonomia differenziata; dal mancato contrasto all’inflazione che continua a ridurre il potere d’acquisto dei salari all’estensione della precarietà che rende i lavoratori più ricattabili e disposti ad accettare salari da fame. Nelle due manifestazioni caratterizzeremo la nostra presenza raccogliendo le firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per il salario minimo legale di dieci euro lordi l’ora che abbiamo depositato in cassazione come Unione Popolare”.