Alle undici di sera, tre ore dopo il ripescaggio di un ventunenne senza vita, la festa ancora proseguiva e altri ragazzi arrivati dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto e dall’Emilia Romagna s’incolonnavano al buio nei boschi per partecipare al grande rave party. Anche la vittima, affogata nel fiume Ticino dopo essersi tuffata per un bagno ristoratore, era nei boschi in località Ronchi, a Sforzesca, frazione di Vigevano, per ballare. E forse per stordirsi. Subito sentita dai carabinieri, anche se in profondo stato di choc, la fidanzata del ventunenne ha confidato che forse il ragazzo aveva fatto uso di droghe. In tarda serata gli organizzatori dell’evento hanno garantito che oggi, come forma di rispetto, si fermerà tutto. Ma non è detto.
Rave Party tragico: Il primo allarme della tragedia è datato 19.45
Il primo allarme della tragedia è datato 19.45 quando il 118 si è mobilitato e ha raggiunto le sponde del fiume.
In coincidenza con i primi arrivi per il rave party, l’intera area a Sforzesca era stata da subito presidiata sia dalle forze dell’ordine sia dai soccorritori e dai volontari della Protezione civile:
spesso, troppo spesso questi eventi all’insegna dell’eccesso si concludono in dramma, e di solito per colpa delle sostanze stupefacenti. Una volta estratto dalle acque dai vigili del fuoco, il ventunenne, che secondo i primi accertamenti potrebbe essere originario di una provincia lombarda, è stato trasportato con l’elisoccorso all’eliporto della Brughiera e quindi trasferito in sala mortuaria all’ospedale di Vigevano.
A quattro chilometri dalla statale, la radura scelta per la «festa» è divenuta in poco tempo un bivacco di centinaia e centinaia di persone, accompagnate da zaini strapieni di alcol e chissà cos’altro.
Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto il ventunenne in acqua in difficoltà: prima si è sbracciato poi è rapidamente scomparso dalla vista. Hanno chiamato il 118. I soccorsi sono stati inutili.