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Raffaello Sanzio moriva 500 anni fa

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Raffaello Sanzio moriva 500 anni fa a Roma.

Anche in tempo di coronavirus giova ricordare gli avvenimenti storici più importanti specie se si tratta della storia dell’Arte e della Pittura. Ripercorrere la storia dell’Arte giova anche allo spirito in questi giorni di isolamento a casa.

Ricorre questo anno il cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello Sanzio, uno dei più grandi pittori del Rinascimento Italiano.

Raffaello Sanzio moriva 500 anni fa a Roma

Nato a Urbino il 6 aprile 1483, è morto a Roma il 6 aprile 1520 all’età di appena 37 anni, per una febbre, nel pieno della sua maturità artistica. Ripercorriamo le principali tappe della sua vita.

Fu proprio il padre, Giovanni Santi, ad avviarlo all’arte pittorica e a dargli i primi rudimenti di disegno e di prospettiva.

In  quegli anni Perugia era un grande laboratorio di artisti: la città era ricca di pittori, architetti e scultori che, quasi sempre finivano a Roma. Entrò nella scuola di Pietro Vannucci detto “Il Perugino” che ne intuì le doti di grande artista e lo incoraggiò a percorrere la strada della pittura.

I suoi anni giovanili di Perugia

I suoi anni giovanili di Perugia sono collegati a molte pregevoli opere:

  • Lo stendardo di Città di Castello;
  • L’Incoronazione della Vergine;
  • La Crocefissione di Gesù;
  • Lo sposalizio della Vergine;
  • Sogno del cavaliere.

Tutte opere che ricalcano lo stile, i colori ed il materiale del suo grande maestro “Il Perugino”.

Abbandonò Perugia per recarsi a Firenze (la giustificazione ufficiale fu che doveva andare a studiare le tecniche pittoriche di Leonardo da Vinci).

L’influenza di Leonardo

Infatti ne subì l’influenza evidente nei suoi quadri e, per ultimo la Madonna del baldacchino (l’opera rimase incompiuta perché subì il richiamo di Roma da cui non poteva sottrarsi: troppo importante per la sua vita futura).

A Firenze sono altresì prodotte le Madonna ispirate alla sua scuola perugina (che mai rinnegò e che fu la base dell’evoluzione del suo stile personale).

Il suo arrivo a Roma coincise con la sua fortuna e, al primo incarico di affrescare parte della Stanza della Signatura, seguirono numerosi altri incarichi, tutti di pregevole ed indiscusso valore che costituiscono  capolavori della pittura rinascimentale.

I suoi quadri sono presenti in diversi Musei.

Le attuali disposizioni di legge

Le attuali disposizioni di legge hanno chiuso i musei per la tutela della salute dal coronavirus, ma i moderni mezzi tecnologici ci permettono di ammirare le sue opere attraverso appositi dispositivi di informatica.

Perciò  “i tifosi” del genio di Raffaello possono ammirare le sue opere su tanti canali informatici, primo fra tutti ARTE.IT, oppure collegandosi ai diversi siti dei Musei che hanno l’onore di ospitare le pitture del grande maestro (esempio la Galleria degli Uffizi di Firenze).

Le tante mostre ed iniziative organizzate per celebrare il cinquecentesimo anniversario di Raffaello sono state, purtroppo, sospese e rimandate a data da destinarsi per l’epidemia in atto da coronavirus..

Un solo auspicio: la sconfitta del coronavirus e la riapertura dei Musei, l’Italia ha un tesoro innumerevole ed  inestimabile di opere artistiche, fra le quali annovera, con orgoglio,  anche numerosi dipinti di Raffaello.

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Autore dell'articolo: Marco Vittoria