Il passaggio dalla Fornero a Quota 100 premierebbe 4700 pensioni d’oro: così Tito Boeri Presidente dell’INPS.
La riforma delle pensioni ottenuta con il passaggio dalla Fornero a Quota 100 premierebbe 4700 pensioni d’oro; questo il surreale risvolto evidenziato da Tito Boeri Presidente dell’I.N.P.S. in occasione dell’audizione in Commissione lavoro alla Camera.
Inoltre Tito Boeri manifesta preoccupazione poiché:
«Un eventuale condono contributivo avrebbe il duplice effetto di diminuire le entrate ed aumentare le uscite. Uscite consentite a 38 anni di contribuzione e 62 di età portano ad un incremento di 100 miliardi del debito pensionistico; destinato a gravare sulle generazioni future.»
Continuando poi con la disamina della Quota 100:
«Premia quasi in 9 casi su 10 gli uomini; quasi in un caso su tre persone che hanno un trattamento pensionistico superiore a quello medio degli italiani.»
Per Boeri Quota 100 premierebbe 4700 pensioni d’oro.
Infine Tito Boeri fa riferimento alle pensioni d’oro dichiarando che Quota 100 si muove in direzione opposta rispetto alla correzione del disegno di legge. Infatti afferma che:
«I due progetti sono in totale contraddizione. Con il ddl si risparmierebbero pochi milioni colpendo non più di 30 mila persone; con quota 100 invece si premiano molti lavoratori uomini con carriere forti, che avranno una pensione elevata.»
Il DDL a cui fa riferimento il Presidente dell’I.N.P.S. è quello presentato dalla Lega e Movimento 5 Stelle in corso di esame in Commissione. Il DDL n.1071 in questione promuove il ricalcolo (taglio) dei trattamenti pensionistici superiori a 4.500 euro mensili. Un meccanismo di ricalcolo delle pensioni e degli assegni vitalizi di importo complessivo pari o superiore alla soglia di 90.000 euro lordi annui. Le risorse finanziarie risparmiate andrebbero a finanziare la maggiorazione delle pensioni minime e delle pensioni sociali; quindi porterebbero i trattamenti che oggi si attestano intorno a 450 euro mensili fino alla soglia di 780 euro. Il ricalcolo, per effetto della clausola di salvaguardia, non può comportare pensioni od assegni vitalizi inferiori a 4.500 euro netti mensili.
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