Tempo scaduto. Alle 12:00 terminava la possibilita’ di candidarsi al ruolo di premier per il Movimento Cinque Stelle. Chiunque, appartenente al Movimento, indagato o meno, poteva proporsi come candidato premier. Ma a parte Luigi Di Maio, le primarie M5s non hanno candidati. Nessun altro militante ha deciso di provare, lasciando al vice presidente della Camera l’arduo compito di guidare il partito alle elezioni del prossimo anno.
Non si sa se la decisione di non candidarsi alle primarie sia da classificare come polemica al fatto che anche chi era indagato poteva comunque presentarsi. O per la guida politica del partito.
Primarie M5s da fare?
E c’e’ chi si chiede ora: e’ bene procedere alla votazione o si proclama vincitore Luigi Di Maio? Un’altra domanda importante e’: ma dove sono finiti tutti gli altri esponenti di spicco del Movimento? Alessandro Di Battista ha annunciato che non intendeva candidarsi qualche giorno fa, anche se aveva ricevuto una certa spinta da alcuni militanti. Silenzio da parte di Barbara Lezzi, Carlo Sibilia e Nicola Morra. Fuori anche Roberta Lombardi, in quanto aspira a ben altro posto: la poltrona del governatore della regione Lazio.
Critico si e’ mostrato anche Roberto Fico, in particolare su un punto preciso. La guida del partito. Da quando il M5s e’ nato, Beppe Grillo e’ sempre stato l’anima del Movimento, la guida che da dietro le quinte indicava quale strada seguire. Cosa succedera’ adesso, con la guida affidata a Di Maio?
Il caso delle primarie M5s e’ stato preso in esame addirittura dal Financial Times, che parla di una “scarsa trasparenza” dei vertici del partito. Il quotidiano inglese difatti accusa la societa’ di Davide Casaleggio di non essere completamente trasparente riguardo la situazione, mantenendo il segreto su quanto succedera’ nei prossimi giorni. Nel frattempo, Di Maio gia’ si vede come il prescelto per la guida del partito, contando sull’appoggio di quel 28% di italiani che secondo gli ultimi sondaggi, daranno il loro voto al Movimento.
Fonte: repubblica.it