Petralana: una band formata a Firenze quasi vent’anni fa.
Un background importante, fatto di tanti concerti e dischi.
Oggi sono composti da: Tommaso Massimo (voce e chitarra), Marco Gallenga (violino), Guido Melis (basso) e
Richard Cocciarelli (batteria e percussioni).
Li abbiamo intervistati per voi.
Petralana – la nostra intervista
- Partiamo dalla più classica delle domande… Da dove nasce il nome Petralana?
Petralana e’ una parola in lingua sarda che significa muschio, la lana sulla pietra. Ci piaceva l’accostamento di questi due termini, quasi un ossimoro che rispecchia anche due facce opposte della nostra musica. La parola e’ stata presa in prestito dalla canzone I monti di Mola di Fabrizio De Andrè
- Nelle vostre canzoni ci sono anche riferimenti letterari… Quali sono i vostri autori preferiti?
Il nostro primo disco del 2010 Oggi cadono le foglie era un Concept album ispirato al Barone rampante di Italo Calvino, in Fernet ci siamo andati a rileggere Pavese e Fenoglio. Io amo molto la letteratura americana Steinbeck, Caldwell Hemingway in generale sono un lettore di classici, mi piace andare sul sicuro.
- Da chi invece vi sentite maggiormente influenzati musicalmente?
Oltre ai cantautori italiani di riferimento, ci e’ sempre piaciuta molto la musica rock, fino al punk e alle sue declinazioni. Inoltre siamo molto amanti della musica folk americana da Dylan a Neil Young e credo che tutti questi ascolti siano rintracciabili nei nostri dischi e nei nostri live.
- Parliamo di “Fernet”, il vostro terzo album… Come mai i riferimenti alla seconda guerra mondiale? Siete appassionati di storia?
La storia dovrebbe insegnarci, ma gli uomini ripetono sempre gli stessi errori. Questa è una garanzia di attualità; per chi racconta. Abbiamo cercato di calarci in una storia che ha riguardato da vicino i nostri nonni per cercare di far riflettere sul presente. La guerra, la povertà’, l’emigrazione sono tematiche estremamente attuali purtroppo.
- Chi è Pietro il protagonista del vostro concept album?
Pietro è un contadino delle Langhe sotto padrone, che soffre la fame e il duro lavoro nei campi. Il Fernet all’osteria e’ la sua unica consolazione. Si arruolerà’ e conoscerà’ da vicino gli orrori della guerra. Poi fuggirà’ come disertore verso gli Stati Uniti in cerca di una vita migliore e finirà col fare il musicista di strada a New York sognando un improbabile ritorno in patria.
- Come mai la scelta del singolo è ricaduta proprio su “Il Faro”?
Il Faro racconta il momento in cui il protagonista esasperato dalla solitudine che vive a New York sale sul Faro e guarda il mare in direzione di casa sua. Il brano parla della solitudine e del sentimento di estraneità e spaesamento che si può vivere quando si è in un paese lontano dalla propria casa. Un sentimento che talvolta può portare anche alla perdita della speranza e al panico, quando ti senti la terra sfuggire sotto i piedi o travolgere dalle onde dell’oceano come in questa canzone.
- Come siete riusciti a fondere musica, teatro e video in un unico spettacolo?
L’idea è nata dal sodalizio tra Tommaso Massimo dei Petralana con Federico Grazzini regista teatrale e musicista e coautore di Fernet con il quale si e’ deciso di costruire un concerto spettacolo prodotto dalla Monkey dive production. Riuscire ad amalgamare il tutto era la sfida che abbiamo accettato con piacere e devo dire che lo spettacolo è molto vivace e movimentato e arricchisce l’esperienza dell’ascoltatore/spettatore con contributi video e gli intensi monologhi dell’attore Pietro Traldi.
- Vi avvicinate ai 20 anni di vita… Avete già pensato a come festeggerete?
Pensavamo alla Platinum collection! No scherzi a parte, mi fa piacere che la nostra band sia sopravvissuta cosi’ a lungo, questo e’ la riprova che ci divertiamo molto a fare quello che facciamo
- Progetti futuri?
Ci piacerebbe portare in giro Fernet e farlo conoscere al pubblico e ci auguriamo che percorrendo questa strada venga fuori una bella idea per un nuovo progetto
La copertina di Fernet è tratta dalla pagina Facebook del gruppo
Le foto nell’articolo sono state gentilmente fornite dall’ufficio stampa.
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