Pesticidi negli alimenti, dati ancora allarmanti. Il Rapporti Stop ai pesticidi di Legambiente dimostra una situazione stagnante
Regolare e privo di residui di pesticidi solo il 52% dei campioni analizzati, dunque la presenza di pesticidi negli alimenti è ancora un problema evidente.
L’edizione 2020 del rapporto di Legambiente Stop ai pesticidi, redatto in collaborazione con Alce Nero, vede quindi una situazione non positiva che lascia spazio a molti timori circa la presenza di prodotti fitosanitari negli alimenti e nell’ambiente.
Analizzando nel dettaglio i dati negativi, si apprende che i campioni fuorilegge non superano l’1,2% del totale ma che il 46,8% di campioni regolari presentano uno o più residui di pesticidi.
Come negli anni passati, è ancora la frutta la categoria in cui si concentra la percentuale maggiore di campioni regolari multiresiduo.
Ad essere privo di residui di pesticidi infatti è solo il 28,5% dei campioni analizzati, mentre l’1,3% è irregolare e oltre il 70%, nonostante sia considerato regolare, presenta uno o più residui chimici.
Nel dettaglio sono campioni regolari con almeno un residuo:
- l’89,2% dell’uva da tavola,
- 85,9% delle pere,
- 83,5% delle pesche.
Le mele invece spiccano con il 75,9% di campioni regolari con residui e registrano l’1,8% di campioni irregolari.
Prodotti alimentari non salutari, la situazione diversa nelle verdure
Da una parte si registra un incoraggiante 64,1% di campioni senza alcun residuo; mentre dall’altro fanno preoccupare le significative percentuali di irregolarità in alcuni prodotti come i peperoni.
In questi casi infatti in cui si registra l’8,1% di irregolarità, il 6,3% negli ortaggi da fusto e oltre il 4% nei legumi.
Tali dati, se analizzati in riferimento alla media degli irregolari per gli ortaggi, che è dell’1,6%, destano preoccupazione.
Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente commenta:
Serve una drastica diminuzione dell’utilizzo delle molecole di sintesi in ambito agricolo, grazie a un’azione responsabile di cui essere tutti protagonisti.
Da canto suo, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani aggiunge:
Occorre liberare l’agricoltura dalla dipendenza dalla chimica che sposi pienamente la sostenibilità ecologica come asse portante dell’economia made in Italy.
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