Problemi per le pensioni che passerebbero da quota 100 a 104
Nuove notizie circa la questione legata al discorso pensionistico. La tanto sbandierata quota 100, con cui il governo vorrebbe mandare a casa la legge Fornero, potrebbe in realtà divenire una quota 104. Le risorse, infatti, pare siano insufficienti, ed ora la riforma va rivista. A dirlo è la stessa Lega per bocca di Alberto Brambilla, esperto di economia, che Salvini vorrebbe alla presidenza dell’Inps al posto di Boeri, in una intervista al Corriere della Sera.
Le risorse
Tutto nasce dalla necessità di reperire denaro utile, per abbassare il deficit ed evitare che l’Ue possa realmente, avviare una procedura di infrazione. Ecco quindi che il governo sta studiando, il modo di cedere qualcosa senza dare l’idea agli elettori di rimangiarsi quanto promesso. Reperire i sette miliardi di euro necessari per far calare il deficit dal 2,4 al 2%, non è di certo semplice. Questo se si considera che la riforma delle pensioni costerebbe almeno 6,7 miliardi solo per l’anno 2019.
Da quota 100 a 104?
L’idea di Brambilla è la seguente. A partire da marzo 2019 potranno andare in pensione tutti coloro, che hanno 62 anni di età e 38 anni di contributi. C’è però da registrare la nuova condizione, che prevede che al 31 dicembre 2018 i 62 anni e i 38 di contributi ce li abbiano da due anni. Soltanto a costoro sarebbe garantito l’accesso alla pensione già dal mese di gennaio 2019. In estate dovrebbe esser la volta di quelli che hanno maturato la famosa “quota 100” da diciotto mesi. L’obiettivo è quello di “far nascere” altri due scaglioni successivi (previsti nel 2019 e nel 2020). Questo per tutti coloro che hanno maturato i requisiti previsti (62+38) al 31 dicembre 2018.
Dunque, ricapitolando: a 62 anni e 38 di contributi arriva la pensione. Ma solo se di anni ne hai compiuti 64 al 31 dicembre 2018. Quindi a marzo 2019, quando anagraficamente di anni ne hai come minino 64 e tre mesi, il governo ti fa andare in pensione a 62 anni.
Conclusioni
A questo punto, considerati i numeri appena snocciolati, si può parlare a ragion veduta di “quota 104”. Infatti se un lavoratore ha raggiunto i 62 anni di età e 38 di contributi due anni fa, a gennaio 2019 dovrà avere per forza di cosa 64 anni e 40 di contributi.