Nei giorni scorsi, opzione donna e quota 41 sono state al centro delle discussioni ai vertici di Palazzo Chigi.
Si è deciso all’unanimità la proroga di Opzione donna e l’obiettivo da raggiungere per quota 41.
Per quanto concerne la misura previdenziale, quota 100 entrerà in vigore a febbraio 2019.
Ai fini della legge di bilancio del prossimo anno, l’età pensionistica sarà 62 anni per 38 di contributi.
Opzione Donna e la manovra “Tout Court Fornero”
La nuova misura previdenziale, arriva direttamente lunedì 15 ottobre con un comunicato di palazzo Chigi.
Opzione donna, riguarda l’intervento rivolto alle donne lavoratrici fuori quota 100. Permette di andare in pensione a 58 o 59 anni con 35 di contributi.
L’età viene stabilita in base al fatto che si è lavoratrici dipendenti (58 anni) o autonome (59).
L’età contributiva è sempre 35 anni.
Lo scopo principale di quota 100 e opzione donna è quello di eliminare in maniera irreversibile la legge Fornero.
Ma soprattutto, si vuole sia favorire tutti coloro che hanno iniziato in età giovanile, sia restituire lavoro agli italiani. Agevolando il cambio generazionale
A tal proposito parla il vicepremier Matteo Salvini; ribadisce come il decreto varato sulla legge di bilancio, riporterà agli italiani il diritto al lavoro. Si parla di 400 mila posti.
Molto soddisfatto delle sue dichiarazioni, il Ministro degli Interni, aggiunge che lo scopo della manovra è estromettere la vecchia legge.
Quest’operazione costerà 7-8 miliardi l’anno.
Quota 100 darà la possibilità agli Italiani di ritirarsi dal lavoro ben 5 anni prima rispetto alla vecchia proposta. Inoltre, davanti alle domande e alle perplessità il Vicepremier sottolinea come non ci sarà nessuna penalizzazione per i pensionati.
Fin qui il quadro generale della situazione pare chiaro e fluido.
Soprattutto quando, (nel riferimento che ne sussegue del 62/38, che andrà a coinvolgere mezzo milione di italiani) l’operazione “tout court” Fornero, sarà quota 41 pura.
Nello specifico prevede esattamente il ritiro dal lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. A dare man forte a questa tattica, si aggiunge l’opinione dell’economista Giuliano Cazzola che definisce quota 41 meglio di quota 100.
Pensione di cittadinanza e regolamentazioni
Il decreto fiscale che mostra le previsioni di bilancio, sarà inviato a Bruxelles, che deciderà l’esito della manovra.
In base alla risposta Europea, si procederà con la riforma che, da febbraio 2019 avrà 4 finestre temporali, una ogni 3 mesi.
Chi entro il 31 marzo avrà raggiunto i requisiti per la pensione, la riceverà ad aprile. Chi la raggiungerà tra il primo aprile e 30 Giugno, incasserà l’assegno a Luglio e così via.
Quindi, nel successivo biennio 2019-2020 anche Opzione Donna entrerà in vigore accettando il sistema di calcolo contributivo.
Questo progetto teorico, in attesa della risposta di Bruxelles, non ferma l’ottimismo del Vicepremier Matteo Salvini e del Ministro Luigi Di Maio.
Fanno inoltre presente che per l’APE social (anticipo pensionistico) varata dal governo Gentiloni, non ci sarà proroga. Inoltre chiunque non sia in possesso dei requisiti necessari alla pensione, non potrà usufruire del nuovo piano pensionistico. Non sarà neanche accettata l’uscita anticipata.
Se Poi, pur avendo 62 anni, non si ha il requisito 38, la quota passerà a 101.
In ultima analisi. La “pensione di cittadinanza”, chiamata così per convenzione sarà rivolta ad un numero di cittadini inferiori rispetto al fabbisogno generale.
Secondo un articolo del Messaggero, nel quale vara delle statistiche in merito, le minime oggi sono inferiori a 750€ al mese. Il totale è di 4 milioni di italiani.
L’incremento a 780€ riguarda solo 700mila, concentrati su 550 nuclei familiari.
Ciò significa che una spesa di ben 2 miliardi di euro sarà a carico dello stato.
Inoltre, concetto più volte ribadito, chi possiede degli immobili avrà un’integrazione variabile dai 280€ ai 500€.