Opzione donna 2020

Opzione donna 2023: novità pensione anticipata

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Se sei una donna lavoratrice che ha maturato almeno 35 anni di contributi e hai compiuto 60 anni di età, abbiamo una buona notizia per te! È stata confermata anche per il 2023 l’opzione donna per la pensione anticipata. Scopri di più sui requisiti per l’accesso alla pensione anticipata opzione donna nel nostro articolo e su come presentare la tua domanda all’INPS.

Opzione donna: novità, come fare la domanda di pensione anticipata

Confermata anche per il 2023 l’opzione che consente alla donna di accedere alla procedura per il pensionamento anticipato. La legge pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre 2022 riguarda il bilancio dello Stato per il 2023 e per il triennio 2023-2025. Essa cambia le regole per l’accesso alla pensione anticipata opzione donna. Ora le donne che hanno almeno 60 anni e hanno lavorato per almeno 35 anni (o meno se hanno figli) possono richiedere la pensione anticipata se si trovano in una delle seguenti condizioni: assistono da almeno 6 mesi un coniuge o parente disabile in situazione grave, hanno una riduzione della capacità lavorativa del 74% o più, sono licenziate o dipendenti da un’impresa in crisi.

Opzione donna pensione anticipata: cosa cambia nel 2023

Regole accesso pensione anticipata donne

In particolare, l’articolo 1, comma 292, della legge n. 197/2022 aggiunge al comma 1 dell’articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, il comma 1-bis,

Opzione donna : articolo 16 D.Lg. n.4 28/01/2019

Dunque, a seguito del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 il testo dell’articolo 16, comma 1, decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, :

“Il diritto al trattamento pensionistico anticipato è riconosciuto, secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n.180, nei confronti delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2019 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un’età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome. Il predetto requisito di età anagrafica non è adeguato agli incrementi alla speranza di vita di cui all’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122″.

risulta aggiornato con il comma 1-bis, secondo il quale:

Il diritto al trattamento pensionistico di cui al comma 1 si applica nei confronti delle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un’età anagrafica di almeno sessanta anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni, e che si trovano in una delle seguenti condizioni:

a) assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;

b) hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;

c) sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Per le lavoratrici di cui alla presente lettera la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico di sessanta anni di cui all’alinea del presente comma si applica a prescindere dal numero di figli.

 

Guida INPS alla pensione anticipata opzione donna 2023

La legge 29 dicembre 2022, n. 197, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”, pubblicata nel Supplemento Ordinario n. 43/L alla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29 dicembre 2022, modifica l’articolo 16 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, riguardante l’accesso alla pensione anticipata opzione donna. Quali sono i requisiti per il 2023?

 

FAQ Requisiti Opzione donna 2023

Quali sono i requisiti per accedere alla pensione anticipata opzione donna?

La norma dà la possibilità di accedere alla pensione anticipata a tutte le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022:

  • Abbiano maturato almeno 35 anni di contributi;
  • Un’età anagrafica di almeno 60 anni.

Opzione donna 2023, fino a quanti anni si può ridurre l’età anagrafica richiesta per accedere alla pensione anticipata?

Per tutte quelle lavoratrici che, si trovino in una delle condizioni specificate nella legge.  A seconda dei casi in esempio il requisito anagrafico di 60 anni è ridotto di un anno per figlio fino ad un massimo di due anni, nel caso in esame

della categoria di lavoratrici di cui alla lettera c) del comma 1-bis dell’articolo 16 del decreto-legge n. 4/2019 si applica a “prescindere” anche in assenza di figli. Esse infatti possono accedere alla pensione  c.d. opzione donna, con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022.

 

Opzione Donna 2023, quali sono i requisiti per soddisfare il requisito dell’assistenza a una persona con handicap in situazione di gravità?

Per soddisfare il requisito dell’assistenza, è sufficiente convivere con la persona disabile nello stesso stabile. Inoltre, la persona disabile deve avere una patologia invalidante o essere assistita da parenti o affini che abbiano compiuto i settanta anni di età o che siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti. La legge precisa anche che l’espressione “mancanti” deve essere intesa in modo ampio, comprendendo anche altre condizioni giuridicamente assimilabili, come il divorzio o la separazione legale.

Regole accesso pensione anticipata donne, chi può assistere la persona con handicap in situazione di gravità per soddisfare il requisito dell’assistenza?

Per ottenere la pensione anticipata opzione donna, una lavoratrice può assistere una persona con handicap in situazione di gravità. Se la persona da assistere è un parente o un affine fino al secondo grado, i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap non possono prestare assistenza perché hanno compiuto 70 anni, sono affetti da patologie invalidanti o sono deceduti o mancanti. Ad esempio, se una nuora assiste una persona con handicap in situazione di gravità e i genitori, il coniuge o l’unito civilmente non possono prestare assistenza per i motivi sopra indicati, ha diritto alla pensione anticipata opzione donna.

Riguardo alla condizione di persona con disabilità grave, si precisa che questa viene ottenuta dalla data in cui viene rilasciato il verbale di accertamento ai sensi della legge n. 104/1992 o dalla data della sentenza o del decreto di omologa a seguito di accertamento tecnico preventivo di cui all’articolo 445-bis c.p.c. Se il provvedimento non prevede una data precedente, la condizione di disabilità grave inizia dalla data del verbale o della sentenza.

Requisiti per l’accesso all’opzione donna 2023: patologie invalidanti e condizioni di mancanza

In assenza di una definizione di legge esplicita, le patologie invalidanti vengono individuate in base all’articolo 2, comma 1, lettera d), n. 1, n. 2 e n. 3, del decreto 21 luglio 2000, n. 278. Questo decreto contiene le disposizioni per l’attuazione dell’articolo 4 della legge 8 marzo 2000, n. 53, riguardante i congedi per eventi e cause particolari, in cui sono indicate le situazioni e le patologie in cui è possibile richiedere un congedo per motivi gravi.

Per quanto concerne l’espressione “mancanti” non si riferisce solo alla situazione di assenza naturale e giuridica (come il celibato/nubilato o il figlio naturale non riconosciuto), ma include anche altre condizioni assimilabili, continue e debitamente certificate dall’Autorità giudiziaria o da altre autorità pubbliche, come il divorzio, la separazione legale o l’abbandono dei minori, la dichiarazione di assenza o la morte presunta del scomparso (vedi la circolare n. 155/2010).

Opzione donna, quali sono le condizioni per ottenere la pensione anticipata se lavoro per un’azienda in crisi e/o sono stata licenziata durante una crisi aziendale?

La legge si applica alle donne lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese che sono in crisi e che hanno un tavolo di confronto attivo presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1 della legge n. 296/2006, dal 1° gennaio 2023 in poi. Le donne dipendenti devono presentare la richiesta di pensionamento durante la presenza del tavolo di confronto, mentre le donne licenziate devono aver ricevuto il licenziamento durante il periodo in cui il tavolo era attivo e non devono aver ripreso un lavoro a tempo indeterminato dopo il licenziamento. L’istituto previdenziale richiederà informazioni alla struttura per la crisi d’impresa riguardo alle date di apertura e chiusura dei tavoli di confronto per verificare l’ammissibilità delle richieste di pensionamento.

Quali sono le regole per la decorrenza della pensione opzione donna?

La pensione anticipata opzione donna ha delle precise regole di decorrenza, stabiliti dall’articolo 12 del decreto-legge n. 78/2010. Le lavoratrici dipendenti e autonome possono richiedere la pensione dopo dodici (lavoratrici dipendenti) o diciotto mesi (lavoratrici  autonome) dal perfezionamento dei requisiti richiesti, a seconda del tipo di previdenza.

Quali sono le regole per la decorrenza della pensione opzione donna?

La data di decorrenza della pensione non può essere antecedente al 1° febbraio 2023 per le lavoratrici dipendenti e autonome, e al 2 gennaio 2023 per le lavoratrici dipendenti.

Posso richiedere la pensione opzione donna dopo la prima decorrenza utile?

Per le lavoratrici del comparto scuola e AFAM, le regole sono diverse, e il trattamento pensionistico può essere richiesto rispettivamente dal 1° settembre 2023 e dal 1° novembre 2023. Tuttavia, è possibile richiedere la pensione anche successivamente alla prima decorrenza utile, a condizione di soddisfare i requisiti richiesti e le condizioni illustrate nella norma.

Presentazione domanda Opzione donna 2023

L’INPS, con nota esplicativa, comunica che è possibile presentare la domanda per l’Opzione donna 2023 avvalendosi delle seguenti modalità:

  • attraverso il servizio online;
  • nonché rivolgendosi al Patronato e agli intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi;
  • inoltre tramite il Contact center.

Quali documenti sono necessari per richiedere la pensione anticipata opzione donna?”

Le lavoratrici che intendono accedere alla pensione anticipata opzione donna devono presentare la domanda di pensionamento e la documentazione necessaria. Nel caso di assistenza a una persona disabile in situazione di gravità, l’interessata dovrà compilare un’autodichiarazione e fornire la documentazione richiesta. Il requisito della convivenza viene accertato d’ufficio. In caso di patologie invalidanti dei genitori, del coniuge o della persona unita civilmente, la richiedente dovrà allegare idonea documentazione per l’opportuna valutazione medico-legale.

Nel caso di riconoscimento del requisito sanitario avvenuto per effetto di un decreto di omologa o di sentenza, sarà necessario allegare il dispositivo del decreto o della sentenza.

Se la lavoratrice rientra nell’ipotesi della lettera b) del comma 1-bis dell’articolo 16 del decreto-legge n. 4/2019, deve inserire nella domanda di pensione i dati del verbale rilasciato dalle commissioni sanitarie competenti per l’accertamento dell’invalidità civile e allegare il documento, se l’Istituto non ne è già in possesso.

 

 

 

 

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Autore dell'articolo: Paolo Di Sante

Ogni giorno genitori danno tutto per la famiglia, lavoratori si sacrificano per lo stipendio, disoccupati cercano lavoro, imprenditori e professionisti cercano di mandare avanti l'attività. E poi c'è l'Italia, un paese intasato di burocrazia e norme che sembrano remare contro chi si alza la mattina per affrontare la giornata. Tutto ciò ha mosso in me la voglia di pubblicare studi, ricerche ed appunti che sono frutto di oltre un ventennio di lavoro: adempimenti fiscali, civilistici ed amministrativi; servizi alle aziende ed alle persone in campo amministrativo e finanziario. Credo che la diffusione delle informazioni porti equità sociale. Il mio motto preferito: "l'unione fà la forza".