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M5S sulle spese militari: “Dietrofront governo, no a narrazioni di comodo”

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ROMA – Il M5S interviene ancora sulle spese militari: “Secondo le dichiarazioni odierne di Draghi ‘il vincolo del 2024 è stato preso più come un’indicazione non come un obiettivo, perché molti governi europei lo hanno disatteso. E’ un obiettivo a cui bisogna tendere con continuità e con realismo’. Sono parole importanti che finalmente chiariscono quel che il M5S sta ripetendo da giorni”.

E’ quanto si legge in una nota del Movimento 5 stelle, secondo il quale “sono parole però che stonano con la nota diffusa da Palazzo Chigi dopo l’incontro con Conte, dove si leggeva che ‘i piani concordati nel 2014, e seguiti dai vari governi che si sono succeduti, prevedono entro il 2024 un continuo progressivo aumento degli investimenti’. Per Palazzo Chigi ‘non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza'”.

M5S sulle spese militari: “Dietrofront governo, no a narrazioni di comodo”

“Riteniamo un bene – prosegue il comunicato – che ci sia ora convergenza sulle nostre posizioni, ma narrazioni di comodo non possono distorcere la realtà: il M5S da giorni chiede un confronto proprio sulle tempistiche, oltreché sulla strategia per la nostra sicurezza e sulla qualità dei relativi investimenti. Il dietrofront del governo, del ministro Guerini e del premier Draghi, a fronte della nostra determinazione è il segno convincente che la battaglia del M5S muove da una posizione di legittimo buon senso. E’ il segno che per i cittadini rimane prioritaria la tutela di famiglie e imprese che faticano a far quadrare i conti a fine mese”.

“Fino a ieri tutti a dire che l’impegno con la Nato di arrivare al 2% entro il 2024 non si poteva discutere, soprattutto adesso con la guerra in Europa, perché ne andava della credibilità dell’Italia. Oggi finalmente – rivendica ancora la nota del Movimento guidato da Giuseppe Conte – tutti possiamo convenire, grazie al M5S, che questo obiettivo è tendenziale e va graduato ben oltre il 2024, in termini compatibili con il nostro quadro di finanza pubblica e con le nostre priorità economiche e sociali”.

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24