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Lavoro e formazione, un nesso che non c’è

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Lavoro e formazione, un nesso che non c’è. L’Italia è il paese con il terzo più alto disallineamento al mondo tra i campi di studio scelti dai giovani e le esigenze del mercato del lavoro

Dopo Corea del Sud e Inghilterra/Irlanda del Nord nel nostro paese lavoro e formazione non vanno di pari passo; questo si evince dall’analisi triennale condotta da J.P. Morgan e Bocconi.

Uno studio mirato a investigare le radici e le conseguenze dello skill mismatch nel mercato del lavoro italiano, nell’ambito del progetto New Skills at Work.

In Italia dunque ci si laurea ma gli studi svolti non coincidono le richieste attuali del mercato del lavoro che, nel quinquennio 2019-2023, stando a un’indagine di Unioncamere dovrebber puntare su digitale ed ecosostenibilità.

Lavoro e formazione, un nesso che non c’è come dimostra anche il policy brief di Massimo Anelli economista dell’Università Bocconi

Il docente, utlizzando un database unico, ha calcolato il ritorno economico della scelta universitaria (depurandolo dalle capacità degli studenti e dalla loro condizione socio-economica)

Da tale sutdio, ne deriva che le lauree che rendono di più sono, nell’ordine:

  • Economia e management,
  • Giurisprudenza,
  • Medicina,
  • Ingegneria.

A parte medicina, quindi, sono proprio le facoltà che registrano il deficit di laureati più alto rispetto alla Germania.

Nei due anni precendenti inoltre, il progetto New Skills at Work ha delineato le effettive dimensioni dello skill mismatch in Italia partendo dalle distorsioni del mercato del lavoro e le sue disuguaglianze di genere, età, area geografica e titoli di studio.

Nel 2015 infatti il profilo più avvantaggiato era maschio, 40-44 anni, residente al Nord, laureato con il 50,3% di possibilità di lavorare.

Più svantaggaita invece la donna tra i 20-24 anni, residente al Sud, con licenza media o titolo inferiore.

Già queste cifre evidenziano la criticità del nesso lavoro e formazine per due motivi:

  • da un lato la mancata corrispondenza tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle apprese tra i banchi;
  • dall’altro il fatto che i titoli rilasciati dal sistema scolastico non risultano informativi delle effettive competenze delle persone.

Un altro dato salta all’occhio di questo progetto: se non si considerano le qualifiche ma le competenze, il quadro italiano cambia

Infatti Il 76% dei sovraqualificati e il 79% dei sottoqualificati ricopre una posizione consona alle proprie reali competenze.

La percentuale di over-skilled (14%) e under-skilled (9%) risulta così in linea con quella del resto del mondo.

Lavoro e formazione non coincidono, ma il Italia il lavoro c’è o non c’è? Secondo Unioncamere nei prossimi 5 anni si creerà necessità di un numero di occupati compreso tra i 2,5 e i 3,2 milioni

Nel dettaglio il report Excelsior di Unioncamere e Anpal, afferma che oltre i tre quarti del fabbisogno sarà collegato al naturale turnover occupazionale; mentre la crescita economica genererà una quota di nuovi posti di lavoro che va dalle 427mila alle 905mila unità.

A trainare la domanda complessiva di lavoro saranno quindi la rivoluzione digitale e la domanda di ecosostenibilità.

Scendendo nel dettaglio: le imprese ricercheranno tra 210mila e 267mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o 4.0.

Fra le figure professionali emergenti, maggiormente richieste sul mercato ci sono:

  • gli esperti nell’analisi dei dati,
  • nella sicurezza informatica,
  • nell’intelligenza artificiale,
  • analisi di mercato.

Quanto invece all’Ecosostenibilità, da 480mila a 600mila i lavoratori saranno ricercati per cogliere al meglio le opportunità offerte dall’economia circolare, riorientando i propri processi produttivi.

Le figure di green job più richieste saranno:

  • l’esperto in gestione dell’energia,
  • il chimico verde,
  • l’esperto di acquisti verdi,
  • esperto del marketing ambientale,
  • l’installatore di impianti a basso impatto ambientale.

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Autore dell'articolo: Francesca DI Giuseppe

Francesca Di Giuseppe, nata a Pescara il 27 ottobre 1979, giornalista e titolare del blog Postcalcium.it. Il mio diario online dove racconto e parlo a mio della mia passione primaria: il calcio Laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Teramo con una tesi dedicata al calcio femminile. Parlare di calcio è il mezzo che ho per assecondare un’altra passione: la scrittura che mi porta ad avere collaborazioni con diverse testate giornalistiche regionali e nazionali.