La Fibra ottica la Biopsia e la diagnostica medica, sono settori in costante evoluzione. Ma ciò che oggi, sembra meno futuristico è l’impiego che permetterà migliorie tali da dire “addio” alle procedure invasive.
Si tratta dell’uso della fibra ottica in campo medico-chirurgico, un traguardo doveroso che darà la possibilità di raffinare la precisione della diagnosi d’interventi chirurgici.
Che la fibra ottica fosse destinata a grandi cose, era risaputo. Soprattutto per coloro che, dotati di lungimiranza vedevano l’impiego della stessa ben oltre certe classificazioni. Oggi, direttamente dai ricercatori della Rmit University a Melbourne, in Australia arriva la notizia che rivoluzionerà la chirurgia.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, mira principalmente a diffondere un messaggio:
La vecchia biopsia (metodo che prevede di prelevare del tessuto malato, analizzato poi in laboratorio) potrebbe essere presto sostituita.
Inoltre, grazie alla precisione del metodo, lo stesso diventerebbe una sorta di video 3D che darebbe un’ulteriore accuratezza dell’insieme. Mostrando internamente e chiaramente il corpo umano così da rendere quasi infallibile la diagnosi.
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Fibra ottica la Biopsia e la diagnostica medica la scoperta
La nuova chirurgia di precisione, prevede un ricercato sistema matematico, che va a ricalcolare le informazioni raccolte da un comune micro-endoscopio a fibre ottiche.
La sorprendente performance della fibra ottica, governa la prospettiva esatta in cui la luce viene ricevuta, permettendo così di “ricordare” il dato.
Le guide d’onda dielettriche, tendono poi a conservare il dato raccolto e a memorizzarlo. Tutto questo per poter poi trasmettere l’informazione da un capo all’altro del fascio.
Ma soprattutto, cosa importante e che, potendosi piegare, mantiene le stesse caratteristiche di precisione. Fattore notevole se consideriamo che devono muoversi agilmente all’interno del corpo umano.
La fibra ottica, applicata alla diagnostica medica, (soprattutto per gli interventi chirurgici), si amplia anche alla microscopia, in fluorescenza 3D anche in vivo.
Le dichiarazioni dei ricercatori
Uno dei primi autori della ricerca, Antony Orth, ha lasciato le seguenti dichiarazioni:
“La visione stereoscopica è tipica della vista umana; e ci permette di vedere un oggetto da due punti di vista differenti processando le informazioni nel cervello per percepire la profondità”.
E ancora:
“Noi abbiamo dimostrato che è possibile fare qualcosa di simile usando le migliaia di sottili fibre ottiche presenti in un micro-endoscopio; queste fibre catturano normalmente immagini da diversi punti di vista, dando la percezione della profondità sulla microscopia. Il nostro approccio permette di processare tutte quelle microscopiche immagini e combinare le varie prospettive; per visualizzare in profondità il tessuto da esaminare in un’immagine a tre dimensioni”.
Mentre, un altro autore dello studio, Brant Gibson dice:
“La cosa più interessante è che il nostro approccio è totalmente compatibile con i fasci di fibre ottiche già usati in clinica. Quindi è possibile che le biopsie ottiche in 3D diventino realtà prima o poi”.
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