Indagati magistrati sul caso Borsellino. Nuovo colpo di scena nell’inchiesta
Indagati magistrati sul caso Borsellino. Nuovo colpo di scena nell’inchiesta sul depistaggio della strage di via D’Amelio, costato la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta. A distanza di 27 anni, infatti, i pm di Messina hanno iscritto nel registro degli indagati alcuni magistrati. Si tratterebbe di Carmelo Petralia di Annamaria Palma, in servizio nel pool che indagò sull’attentato. Risultano entrambi inquisiti per concorso in calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra. All’epoca Petralia e Palma erano pm di Caltanissetta.
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19 cassette e l’atto non ripetibile
La notizia dell’inchiesta è di dominio pubblico perchè l’ufficio inquirente della città sullo stretto ha notificato un avviso di accertamento tecnico irripetibili agli indagati e alle parti lese. All’epoca dei fatti Gaetano Murana, Giuseppe La Mattina e Cosimo Vernengo furono accusati ingiustamente nei primi processi, oltre a Gaetano Scotto, Giuseppe Urso, Natale Gambino.
Gli atti tecnici riguardano 19 cassette con le registrazioni delle conversazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Quest’ultimo venne ascoltato mentre era sotto protezione, in un periodo in cui, secondo l’accusa, è stato indotto a mentire dal gruppo di poliziotti che indagava sul delitto. Oggi questi ultimi (Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei) sono finiti a giudizio, accusati di depistaggio delle indagini.
Indagati magistrati sul caso Borsellino. I primordi dell’indagine
L’indagine su Palma e Petralia inizia lo scorso novembre, quando la procura di Caltanissetta ha trasmesso una parte dell’inchiesta ai colleghi di Messina, per verificare se ci fossero responsabilità dei magistrati. In questo modo l’ufficio inquirente della città ha aperto, inizialmente, un fascicolo di atti relativi; una sorta di attività pre investigativa. I fatti contestati hanno avuto luogo a Caltanissetta e altrove in un periodo antecedente e prossimo al settembre 1998.
L’inchiesta è condotta da Maurizio De Lucia, procuratore di Messina.
Le dichiarazioni di Fiammetta Borsellino
Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo Borsellino, ha dichiarato che “ Mio padre è stato lasciato solo, sia da vivo che da morto. C’è stata una responsabilità collettiva da parte di magistrati che nei primi anni dopo la strage hanno sbagliato con comportamenti contra legem”.
Fiammetta ha partecipato a molte udienze del processo sul depistaggio, dove si è costituita parte civile. Tuttavia, ad oggi, preferisce non parlare ancora di indagine in corso.