Il nostro Paese sotto sorveglianza dell’Unione Europea. La Commissione europea controllerà l’attuazione del pacchetto di misure stabilite dal Consiglio dei Ministri
Il nostro Paese sotto sorveglianza dell’Unione Europea. La Commissione europea controllerà l’attuazione del pacchetto di misure stabilite dal Consiglio dei Ministri. Inoltre “valuterà il rispetto del patto di stabilità nel documento programmatico di bilancio relativo al 2020“. Lo rendono noto il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, attraverso una lettera. Nella missiva, inviata oggi a Giovanni Tria, sono presenti, infatti, le affermazioni espresse ieri dallo stesso Moscovici in conferenza stampa.
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La lettera fa seguito al messaggio del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte del 2 luglio scorso. Dombrovskis e Moscovici sottolineano che “il progresso, per quanto concerne le riforme strutturali, sarà fondamentale per assicurare una crescita più elevata e per contribuire ad abbassare il rapporto tra debito e Pil. La Commissione valuterà quindi l’attuazione di queste riforme nel contesto del semestre europeo“.
Il nostro Paese sotto sorveglianza. Dialogo continuo e costruttivo con la Commissione europea
Il commissario e il vicepresidente, inoltre, accolgono favorevolmente “l’impegno del governo ad un dialogo continuo e costruttivo con la Commissione. Occorre, infatti, presentare un documento programmatico di bilancio per il 2020 in linea con il braccio preventivo del patto di stabilità. Continueremo le nostre discussioni con voi con uno spirito costruttivo nei mesi a venire“.
Il 5 giugno scorso l’Italia non era in linea con il patto di stabilità
Nel documento di lavoro che accompagna la comunicazione al Consiglio, in cui non si raccomanda all’Ecofin di aprire la procedura per debito nei confronti dell’Italia, vengono chiarite le motivazioni che hanno convinto la Commissione a non raccomandare la procedura.
Il 5 giugno l’Italia non era in linea con il patto di stabilità, con un debito salito dal 131,4% del Pil nel 2017 al 132,2% nel 2018. Sul piano del saldo strutturale, il gap era pari allo 0,4% del Pil nel 2018 e allo 0,3% nel 2019. Nel 2018 il nostro Paese ha, difatti, mancato il parametro di riduzione del debito “per un ampio margine”, pari al 7,6% del Pil.
Il governo ha presentato una correzione di bilancio per il 2019
La regola del debito impone una riduzione pesante del debito pubblico, se un Paese, come il nostro, è al di sopra del 60% del Pil. Dopo che la Commissione ha concluso che una procedura per debito nei confronti dell’Italia era giustificata, il governo ha presentato “una correzione di bilancio per il 2019 che ammonta complessivamente a 7,6 mld di euro, pari allo 0,42% del Pil in termini nominali e a 8,2 mld, o allo 0,45% del Pil, in termini strutturali“.
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