È realtà il divorzio via mail: quando per lasciarsi basta un click
Il divorzio via mail è già realtà: una rivoluzione in senso digitale è in atto nel diritto di famiglia. Le circolari post-coronavirus emanate da alcuni tribunali italiani, hanno introdotto la possibilità di procedere a separazione e divorzio via mail.
Da oggi dirsi addio potrebbe essere molto più semplice e veloce. Stop alle attese sfiancanti nelle aule di tribunale, potrebbe essere sufficiente ricorrere alla rete internet per scrivere la parola fine su una unione matrimoniale mal riuscita.
In tempi di pandemia, anche la macchina della giustizia si è dovuta fermare per un po’. Il lockdown infatti, tra le varie restrizioni, ha comportato anche l’interruzione delle udienze con buona pace dei litiganti in causa.
Tuttavia, per evitare di appesantire ulteriormente il lavoro dei magistrati, diversi tribunali della penisola hanno sfruttato le potenzialità del web per facilitare la prosecuzione di alcuni giudizi. Da qui l’idea geniale di separazione e divorzio lampo, realizzati telematicamente.
Come divorziare senza andare in udienza
Per cogliere questa opportunità, i coniugi nel ricorso di separazione consensuale o divorzio devono dichiarare che:
- intendono rinunciare a comparire in tribunale, pur essendo stati informati della possibilità di presentarsi in udienza;
- non c’è possibilità di riconciliazione se si tratta di separazione;
- sono scaduti i termini necessari per procedere al divorzio;
- le condizioni riportate nel ricorso per separazione o divorzio rispecchiano le loro volontà.
A questo punto il giudice fisserà una data di udienza, ma le parti non vi parteciperanno. Solo nell’ipotesi in cui le condizioni relative alla prole minorenne non tutelino i loro interessi, il giudice convocherà i genitori davanti a sé; viceversa, verrà direttamente emesso il provvedimento.
Si tratta di una procedura molto semplificata che agevola principalmente quei coniugi che hanno trovato un accordo su tutto, non costringendoli a rimanere ancora marito e moglie nel periodo dei rinvii che seguiranno inevitabilmente alla interruzione delle udienze.
Tuttavia, è doveroso sottolineare che non tutti i tribunali italiani hanno accolto questo modus operandi. Ma sicuramente si tratta di un precedente che, al pari dello smart working, potrebbe essere praticato anche nel periodo post-pandemia.