Hikikomori: chi sono e come nasce questo disagio. Il mondo giovanile è sempre delicato e difficile da comprendere specie nel periodo dell’adolescenza
Spesso stanno soli, preferiscono restare in casa: sono gli hikikomori che smettono di frequentare gli amici, la scuola, e vivono di notte tra videogiochi e attività solitarie.
Un fenomeno dunque complesso e ancora poco conosciuto ma che, se non affrontata, può durare anche molti anni e compromettere in modo irreversibile la vita dell’individuo.
Inoltre proprio per il suo essere poco conosciuto, le famiglie e le istituzioni si trovano impreparate per due ragioni:
- per la carenza di informazione tra il personale,
- l’impossibilità di comunicare con un ragazzo refrattario a contatti con l’esterno.
Non ragazzi fannulloni ma giovani con grandi abilità e doti anche se…
L’hikikomori dunque è il risultato di una serie di concause caratteriali, sociali e familiari.
Tuttavia è profondamente diverso ed è difficile stabilire quale di questi tre aspetti incida maggiormente sulla scelta dell’isolamento.
Gli hikikomori sono nella maggior parte dei casi persone molto acute, profonde e introspettive, con una grande sensibilità nei confronti della vita.
Hanno una lucidità e uno sviluppo cognitivo normale, se non addirittura sopra la media; si trovano però in difficoltà nel sostenere e rielaborare episodi di esclusione o derisione da parte dei coetanei.
Situazioni a fronte dei quali sviluppano invece reazioni ingovernabili di ansia e panico, con una conseguente difficoltà nell’instaurare relazioni sociali soddisfacenti e gratificanti.
Per fortuna qualcosa di muove come l’associazione Hikikomori Italia Genitori, nata nel giugno 2017 all’interno del progetto Hikikomori Italia, raccoglie (e accoglie).
La stessa infatti organizza per gli associati incontri gratuiti di supporto per genitori in presenza di uno psicologo, in tutte le località di Italia.
Non solo: l’associazione ha sottoscritto e avviato con l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Piemonte un protocollo di intesa per fronteggiare l’hikikomori.
Partecipa ad un tavolo tecnico voluto dal Miur per la redazione di linee guida per le scuole di secondo grado; svolge anche attività con enti pubblici e privati e organizza eventi di diffusione.
Un termine giapponese che spiega già i tratti di questo disagio giovanile
E’ dunque un termine giapponese che sta ad significa “stare in disparte”.
Viene usato per fare riferimento ad adolescenti e giovani adulti che decidono di isolarsi dalla società, vivendo nella solitudine della propria stanza.
L’insorgenza delle manifestazioni di ritiro sociale avviene dunque generalmente nel periodo della preadolescenza, dell’adolescenza o della prima età adulta.
Tuttavia, in alcuni rari casi, può insorgere anche in età avanzata.
Il ritiro sociale inoltre può essere più o meno intenso, a partire da sporadici rifiuti a partecipare a eventi mondani, assenze scolastiche saltuarie, fino a forme di isolamento sempre più severe e totalizzanti.
In generale si può dire che i tratti del ragazzo Hikikomori sono:
- Ritiro scolastico,
- disinteresse nelle interazioni reali, specialmente con i coetanei Inversione del ritmo sonno veglia,
- auto confinamento nella propria camera da letto,
- preferenza per attività solitarie (di solito legate alle nuove tecnologie), spesso anche giochi online.