Garante della Privacy affonda la fatturazione elettronica, il sistema presenta rilevanti criticità; anche i commercialisti denunciano il rischio dati sensibili.
Roma – Il Garante della Privacy affonda la fatturazione elettronica avvisando l’Agenzia delle Entrate delle rilevanti criticità; infatti a partire dal 01 Gennaio 2019 si assisterà al transito di un enorme flusso dei dati potenziale a rischio di uso improprio. A tal riguardo l’Agenzia delle Entrare dovranno fornire, a questo punto in tempi brevissimi, rassicurazioni sul sistema di protezione dei dati sensibili‼
Il Garante della Privacy affonda la fatturazione elettronica ed il trattamento dati
«presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali.»
§ La fatturazione elettronica comporta il trattamento dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate ed inoltre saranno effettuate attività di controllo dalla Guardia di Finanza. A prescindere dalla modalità di consegna, un duplicato della fattura elettronica sarà disponibile anche nell’area riservata soggetto economico che l’ha emessa. Il rischio emerge dalle misure tecniche e organizzative non adeguate per attuare in modo efficace i principi di protezione dei dati; ovvero non offre le garanzie necessarie a soddisfare i requisiti atti a tutelare i diritti degli interessati (art. 25, § 1, del Regolamento).
Dal provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali:
«In via preliminare, si rileva che, in violazione del previgente art. 154, comma 4, del Codice, il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate n. 89757 del 30 aprile 2018, e dell’art. 36, § 4, del Regolamento, il provvedimento n. 291241 del 5 novembre 2018, sono stati adottati senza che il Garante sia stato consultato.»
Le fatture elettroniche contengono dati dettagliati relativi ai beni ceduti ed ai servizi prestati ed anche elementi che possono riguardare:
- sconti applicati anche per fidelizzazioni;
- trasporti;
- ed inoltre tipologie dei consumi;
- pagamenti;
- appartenenza a particolari categorie.
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Il Garante della Privacy affonda la fatturazione elettronica, puntando il dito verso il sistema delle deleghe, gli intermediari, S.D.I., il protocollo F.T.P. ed il formato XML
La presenza di dati non rilevanti a fini fiscali è contemplata nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate (punto 1.4. del Provvedimento n. 89757); ma tuttavia non risultano adottate misure a garanzia del rispetto della riservatezza (art. 5, par. 1, lett. b), c) e f) del RGPD). Il trattamento dei dati personali, effettuato nell’ambito della fatturazione elettronica, richiede l’adozione da parte dell’Agenzia delle Entrate ed anche degli operatori economici di misure adeguate. È inevitabile che l’Agenzia delle Entrate tratti dati non obbligatori a fini fiscali relativi alla totalità dei cittadini; quindi sono compresi anche coloro che decidono di ricevere la fattura direttamente dal fornitore senza avvalersi del servizio messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Inoltre dal medesimo provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali si rileva che:
«Specifica attenzione va prestata all’articolato sistema delle deleghe, da ultimo delineato nel provvedimento del 5 novembre 2018, per consentire agli intermediari di utilizzare le varie funzionalità rese disponibili ai contribuenti dall’Agenzia, basate anche su complesse rielaborazioni dei dati trasmessi e ricevuti, riferiti anche a terzi, assicurandone, in concreto, la riservatezza .…
Sotto altro aspetto, si rileva che i canali di trasmissione dello SDI sono stati progettati dall’Agenzia, al fine di semplificare il processo fatturazione elettronica, offrendo soluzioni gratuite per le piccole imprese, ma anche dando la possibilità di trasmettere grandi volumi di dati, prevedendo quindi modalità di colloquio totalmente automatizzato, attraverso canali web service e FTP.…
Con riferimento alla sicurezza dei canali di trasmissione delle fatture elettroniche, si evidenzia che nel provvedimento n. 89757, sembrerebbe attualmente previsto l’utilizzo del protocollo FTP, che non è considerabile un canale sicuro .…
Un’ulteriore criticità deriva dalla mancata cifratura del file XML della fattura elettronica.»
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Garante della Privacy affonda la fatturazione elettronica ed anche i commercialisti denunciano il rischio per i dati sensibili
Il Regolamento europeo attribuisce al Garante per la protezione dei dati personali anche il potere di ingiungere al titolare di fornire ogni informazione.
La posizione dei commercialisti è allineata a quella del Garante per la protezione dei dati personali. Sottolineano i rischi derivanti dall’accentramento di enormi flussi di dati nelle mani di pochi operatori.
Maurizio Grosso, consigliere nazionale dei commercialisti:
«I commercialisti hanno chiesto fin dall’inizio gradualità dell’obbligo perché conoscono la situazione reale del Paese. Ma anche basandosi sul fatto che nessuno Stato ha mai introdotto tale obbligo con un unico giorno di entrata in vigore. Tutte le esperienze a livello mondiale dimostrano che è sempre stato elaborato un piano di introduzione graduale .…
Siamo aperti alla discussione perché non vorremmo trovarci nella stessa situazione dello scorso luglio, quando avevano sostenuto che i distributori non erano pronti e, dietro minaccia di uno sciopero, è arrivata la proroga. Proroga che a noi non piace. Chiediamo invece un’introduzione graduale che consenta a tutti di adempiere .…
Noi trasmetteremo all’Agenzia delle Entrate non solo i dati fiscali, ma tutto il corpo della fattura. Quindi ci saranno dati molto importanti dal punto di vista sia aziendale, perché contengono i valori delle imprese, sia del cittadino perché verranno trasmessi anche dati particolari di tipo sanitario. È necessario fare una riflessione su come conservare la privacy per questo tipo di dati, utilizzando solo quelli fiscali.»
Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani afferma:
«L’emendamento che proroga a tutto il 2019 la moratoria sulle sanzioni collegate all’avvio della obbligatorietà della fatturazione elettronica anche tra privati non è certamente un condono, ma una misura di assoluto buon senso che rende meno traumatico un passaggio delicatissimo che vedrà inevitabilmente grandi difficoltà applicative nella sua fase di avvio.»∎