Recenti studi nel campo della ricerca medica, hanno dimostrato che circa 15 milioni di persone, almeno una volta nella vita, hanno manifestato episodi più o meni intensi di Emicrania. Considerata come la terza patologia più diffusa e, non da meno quella tra le più disabilitanti, è da tempo fonte d’indagine per la Fondazione Onda che, in base ai dati dell’OMS, la annovera tra le malattie croniche con un costo annuale non indifferente, pari a circa 4.352 euro.
Ma che cos’è l’emicrania?
L’emicrania è un forte mal di testa che spesso si accompagna a nausea, vomito e sensibilità alla luce. Può durare ore o giorni. I sintomi, a differenza di quanto si possa pensare, possono cambiare da individuo a individuo e, in molte persone, si verifica in più fasi. Queste fasi possono includere:
Prodromo, Alcune ore o giorni prima di un mal di testa, il 60% circa delle persone che hanno l’emicrania notano sintomi come:
- Essere sensibile alla luce, al suono o all’olfatto
- Fatica
- Voglie di cibo o mancanza di appetito
- Cambiamenti di umore
- Forte sete
- Gonfiore
- Costipazione o diarrea
Aura. Questi sintomi derivano dal sistema nervoso e spesso coinvolgono la vista. Di solito iniziano gradualmente, in un periodo da 5 a 20 minuti, e durano meno di un’ora. Chi ne è affetto vede:
- punti neri, linee ondulate, lampi di luce o cose che non ci sono (allucinazioni)
- Avere una visione ristretta “a tunnel”
- Non essere in grado di vedere affatto
- Avere formicolio o intorpidimento su un lato del corpo
- Non essere in grado di parlare chiaramente
- Prova una sensazione pesante alle braccia e alle gambe
- Ha un fischio nelle orecchie
- Nota i cambiamenti nell’olfatto, nel gusto o nel tatto
Attacchi:
- Un’emicrania spesso inizia come un dolore sordo e cresce fino a diventare un dolore lancinante. Di solito peggiora durante l’attività fisica. Il dolore può spostarsi da un lato all’altro della testa, può essere nella parte anteriore della stessa o può sembrare che colpisca tutto il capo.
- Circa l’80% delle persone hanno nausea insieme al mal di testa, e circa la metà vomita. Si può anche essere pallidi e sudati o sentirsi svenire.
- La maggior parte delle emicranie dura circa 4 ore, ma quelle gravi possono durare più di 3 giorni. È comune avere da due a quattro mal di testa al mese. Alcune persone possono avere emicranie a distanza di pochi giorni, mentre altre le hanno una o due volte all’anno.
Postdromo: Questa fase può durare fino a un giorno dopo il mal di testa. I sintomi includono:
- Sentirsi stanchi, esausti o irritabili
- Sentirsi insolitamente riposati o felici
- Dolore o debolezza muscolare
- Voglia di cibo o mancanza di appetito
Cause dell’emicrania
L’emicrania è un sintomo di una condizione nota come cefalea. I medici non conoscono la causa esatta dell’emicrania, anche se sembrano essere legati ai cambiamenti nel cervello e ai geni. I genitori possono anche tramandare i fattori scatenanti dell’emicrania come l’affaticamento, le luci forti o i cambiamenti del tempo.
Per molti anni, gli scienziati hanno pensato che l’emicrania fosse dovuta a cambiamenti nel flusso di sangue nel cervello. La maggior parte ora pensa che questo può contribuire al dolore, anche se non è quello che dà inizio al problema.
Il pensiero corrente è che un’emicrania probabilmente inizia quando le cellule nervose iperattive inviano segnali che innescano il nervo trigemino, che dà sensazione alla testa e al viso. Questo spinge il corpo a rilasciare sostanze chimiche come la serotonina e il peptide legato al gene della calcitonina (CGRP). Il CGRP fa gonfiare i vasi sanguigni nel rivestimento del cervello. Poi, i neurotrasmettitori causano infiammazione e dolore.
Il Manifesto della Fondazione Onda
La Fondazione Onda, tramite innovazioni tecnologiche e novità nel campo della ricerca, in questi giorni lancia e promuove una nuova campagna di sensibilizzazione. Un manifesto con punti scelti ben precisi che evidenziano l’indagine ad ampio raggio condotta dall’équipe e da collaborazioni tra Onlus.
Il Manifesto, con il titolo <<UNITI CONTRO L’EMICRANIA>> marca dieci punti fondamentali tra cui, in sintesi, sostenere l’innovazione terapeutica; poi rafforzare le sinergie tra professionisti e centri cefalee su tutta la nazione. Maggiormente, intende incoraggiare le campagne di sensibilizzazione sull’argomento, in modo tale che l’accesso alle cure e terapie sia fruibile in modo facile a tutti.
L’emicrania rappresenta una difficoltà per molti italiani, ma anche per tante persone in tutto il mondo. I dati OMS riportano che solo 11mln di donne ne soffrono in maniera più o meno cronica. Di questi circa cinque milioni, ne risentono almeno una o più volte a settimana. Con questi presupposti, la Fondazione Onda tramite la sua portavoce, Francesca Merzagora che è presidentessa della Fondazione, dichiara ad Ansa che il suo obiettivo è quello di motivare “una call to action per offrire una migliore qualità della vita alle persone con emicrania”.
Ad affiancare Francesca Merzagora, ci sono Piero Barbanti, presidente Anircef, (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee) e Paolo Martelletti, presidente Fondazione Italiana per lo Studio delle Cefalee Onlus.
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Barbanti spiega: “La prevalenza dell’emicrania nella donna non è solo questione di ormoni. La maggiore velocità del cervello femminile lo espone a maggiore rischio di attacchi. È essenziale una diagnosi tempestiva per instaurare le cure corrette, ridurre il rischio di cronicizzazione ed evitare peregrinazioni. Il progetto IRon su 866 pazienti con emicrania cronica visitati presso 24 centri cefalee italiani – ha documentato che l’intervallo che intercorre tra l’esordio dell’emicrania ed il primo accesso a un centro cefalee è pari a circa 20 anni e che l’80% degli esami diagnostici eseguiti nel frattempo è inutile. È emerso anche che il paziente con emicrania cronica consulta in media da 8 a 18 specialisti nella vita”.
Atra considerazione fa Martelletti che parla delle novità in questo settore viste negli anticorpi monoclonali come terapia per contrastare le cefalee. Il presidente afferma che sono da considerarsi “farmaci di prima scelta perché dietro ci devono essere dei fallimenti terapeutici: questo può avere una motivazione economica, ma far soffrire un paziente per anni per poterlo mettere nella situazione di poter ricevere questi farmaci innovativi è un discorso che non può tenere”