Ecomafie 2020

Ecomafie 2020, il nuovo Rapporto di Legambiente

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Ecomafie 2020, il nuovo Rapporto di Legambiente. Lo scorso anno si è registrato un aumento dei casi: 34.648 reati accertati, alla media di 4 ogni ora

Campania, Puglia, Sicilia e Calabria le regioni dove si commettono più reati; la Lombardia colleziona più arresti per reati ambientali: parte così il rapporto Ecomafie 2020 di Legambiente.

Rapporto Ecomafia 2020. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, a sua volta è realizzato da Legambiente, con il sostegno di COBAT E NOVAMONT.

Analizzati dunque i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine; Capitanerie di porto; magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente. Nato, a sua volta, dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Dunque il 2019 ha visto crescere i reati in materie ambientale del +23.1% rispetto al 2018; ma pressione dello Stato non si arresta. Si conferma infatti la validità della legge sugli ecoreati e quella contro il caporalato.

Gli ecocriminali purtroppo sono attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti; dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.

A preoccupare di più però sono i dati del ciclo del cemento al primo posto della graduatoria per tipologia di attività ecocriminali. I numeri infatti sono impietosi: ben 11.484 (+74,6% rispetto al 2018).

Oltre ai reati legati al ciclo del cemento inoltre, resta diffusa la piaga dell’abusivismo edilizio con 2 mila nuove costruzioni (ampliamenti compresi).

Secondo le stime utilizzate dall’Istat infatti si resta su livelli intollerabili per un paese civile: quella, provvisoria, del 2019 è del 17,7% sul totale delle nuove costruzioni e degli ampliamenti significativi.

Anche il ciclo dei rifiuti è tra i settori più colpiti: ben 198 gli arresti (+112,9% rispetto al 2018) e 3.552 i sequestri con un incremento del 14,9%

A guidare la classifica per numero di reati è la Campania, con 1.930 reati, seguita a grande distanza dalla Puglia (835); Lazio, che con 770 reati sale al terzo posto di questa classifica, scavalca la Calabria.

Per quanto riguarda invece le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti: dal 1 ° gennaio 2019 al 15 ottobre del 2020 ne sono state messe a segno 44, con 807 persone denunciate, 335 arresti e 168 imprese coinvolte.

Quasi 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti inoltre sono finiti sotto sequestro (la stima tiene conto soltanto dei numeri disponibili per 27 inchieste).

La lotta ai reati ambientali per fortuna va sempre avanti e con esiti anche postivi

Denunce dei cittadini, attività svolte da forze dell’ordine, Capitanerie di porto e magistratura, proseguono costantemente.

Così come si conferma la validità di provvedimenti legislativi, spesso faticosamente approvati, come la legge sugli ecoreati (68/2015) e quella contro il caporalato, la 199/2016.

Con il primo provvedimento, l’attività svolta dalle Procure, ha portato all’avvio di 3.753 procedimenti penali (quelli archiviati sono stati 623); 10.419 le persone denunciate e 3.165 le ordinanze di custodia cautelare emesse.

Grazie alla legge sul caporalato invece, nel 2019 le denunce penali, amministrative e le diffide sono state complessivamente 618; contro le 197 del 2018 (+313,7%) e sono più che raddoppiati gli arresti, passati da 41 a 99.

 

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24