Donald Tusk il presidente del Consiglio europeo commenta le decisioni del governo inglese sulla Brexit. L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sembra davvero imminente. Ma negli ultimi giorni, un corteo di centinaia di migliaia di persone ha manifestato per le strade di Londra. Una parte di popolo, che ha esternato il suo dissenso alla Brexit e che ha lottato per avere un nuovo referendum . In particolare, i richiedenti si sono battuti per l’abolizione dell’articolo 50, punto fondamentale della patto di uscita dall’Europa. L’evento ha scatenato non poche polemiche, con grandi conseguenze nel mondo politico. Nelle ultime ore, voci insistenti parlavano di possibili dimissione da parte della Premier Theresa May dal parlamento. La crisi di Governo infuria in tutti gli ambienti amministrativi del regno. E anche nomi illustri degli affari pubblici si sono pronunciati sulla questione.
Donald tusk commenta la Brexit: dalla parte del popolo?
E così anche Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo ha esternato le sue perplessità sulla situazione politica anglosassone. ” Non possiamo tradire 6 milioni di persone, che hanno firmato in buona fede per revocare l’articolo 50″- Ha detto. ” Un numero enorme di singoli, che hanno manifestato per ottenere un voto popolare. Tutti individui pensanti, che vogliono restare nell’ Ue” – Ha aggiunto. ” La popolazione può avere ormai la sensazione di non sentirsi più rappresentata da questo parlamento. Per quello che riguarda me, gli inglesi sono e resteranno sempre Europei, e saranno rappresentati dall’Unione” – Ha infine commentato.
Continuano le polemiche in Gran Bretagna
Nel frattempo, le polemiche sulla Brexit in Gran Bretagna non si sono arrestate. Tra i manifestanti, molti hanno lamentato il fatto, che la May ha messo in campo il voto per la terza volta sulla questione. E altrettanti intellettuali hanno fatto notare, che il popolo ha votato solo una volta sulla “secessione”. Il problema è che queste persone, oltre ad essere poco ascoltate non hanno una vera e propria rappresentanza politica. Escludendo i piccoli partiti come Lib-dem e il gruppo “indipendente” che sono troppo deboli per opporre una creta opposizione. Nel frattempo, Conservatori e laburisti tra cui il leader Jeremy Corbyn hanno negato la possibilità di attuare un secondo Referendum. Una decisione alquanto antidemocratica per parecchi.