ROMA – Di Maio un trilaterale Italia-Russia-Turchia per discutere della crisi in Libia. Infatti il ministro degli Esteri ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo turco Melvut Cavusoglu, ribadendo la volontà di un tavolo tra i 3 Paesi e rinnovando l’impegno ad aumentare gli sforzi per il successo della Conferenza di Berlino (prevista il 19 gennaio) e l’ottenimento di un duraturo “cessate il fuoco”.
Nei giorni scorsi, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook a proposito della situazione in Iran e Libia, Di Maio aveva scritto:
“Chi ancora crede che la strada sia la violenza è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. E, quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni”.
Di Maio vuole un trilaterale Italia-Russia-Turchia
Il ministro degli affari esteri aveva aggiunto poi quanto segue:
“Ora non è più il tempo di rischiare morte, terrorismo, ondate migratorie insostenibili, ora è il momento di scommettere sul dialogo, sulla diplomazia e sulle soluzioni politiche”.
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, si era detto preoccupato per l’escalation in Medio Oriente, e ha poi avuto una conversazione al telefono con il presidente dell’Iraq, Barham Salih, ribadendo il sostegno italiano alla stabilizzazione del Paese e al contrasto al terrorismo. Oggi Conte è ad Ankara per incontrare Erdogan.
Il leader della Lega Matteo Salvini aveva attaccato il governo:
“In Libia l’Italia perde credibilità e terreno a vantaggio di Francia e Turchia. Un potenziale disastro per il nostro Paese, dal punto di vista dell’economia, dell’energia, della sicurezza e dell’immigrazione”.
Dura la replica della presidente del gruppo Misto in Senato, Loredana De Petris:
“La sconsiderata azione americana a Baghdad e la decisione di Recep Tayyip Erdogan di inviare truppe in Libia stanno creando una situazione di massimo pericolo in una zona del mondo che ci riguarda in tutti i sensi da vicino. Solo un irresponsabile totale poteva usare toni come quelli adoperati da Salvini. L’Italia, al contrario di quel che vagheggia il leghista, deve agire in strettissima sintonia con l’Europa e adoperarsi con tutti i mezzi perché non si degeneri in un conflitto sanguinoso”.
Insomma, dopo l’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani il clima è sempre più preoccupante.