Dear Jack e Pierdavide Carone intervista esclusiva a due grandi nomi della musica italiana.
I primi hanno alle spalle quattro album e numerosi singoli.
Pierdavide Carone festeggerà fra poco un decennio di carriera.
Dieci anni fatti di successi e anche una partecipazione al Festival di Sanremo nel 2012.
Li abbiamo incontrati per voi dopo un concerto allo Stammtisch Tavern a Chieti Scalo mercoledì scorso.
Dear Jack e Pierdavide Carone intervista esclusiva
Com’è nata la collaborazione fra i Dear Jack e Pierdavide Carone?
P: Intanto è nata grazie a un’amicizia pregressa. Dopo di che abbiamo deciso di fare un po’ di musica insieme. Proprio in quel periodo è arrivata “Caramelle”, che per quanto mi riguarda da quando l’avevo scritta aveva la priorità su tutto. Ho deciso di portarla a loro e hanno deciso, fortunatamente per me, di imbarcarsi in questo viaggio un po’ “del dolore” ma anche di speranza.
Parliamo appunto di “Caramelle”. Un brano uscito alla fine dello scorso anno che affronta un tema un po’ “scomodo” come la pedofilia…
P: Io non sapevo finché non ho scritto questa canzone che avrei parlato di pedofilia, perché poi a volte magari è un canovaccio quando scrivi qualcosa. A volte semplicemente ti lasci trasportare dalle parole e queste parole si sono trasformate a un certo punto in una confessione da parte di un bambino di un abuso sessuale. Il che è stato scioccante… E se è scioccante per l’ascoltatore che ha ascoltato per la prima volta la canzone lo è stato innanzitutto per me dal momento in cui l’avevo scritta, però poi quando un artista scrive qualcosa poi non può sottrarsi e non l’ho fatto.
Hai fatto benissimo anche perché la musica deve veicolare messaggi sociali e, quando può, arrivare anche alle masse…
P: Non forzatamente… Quando è naturale… “Caramelle” è stata una canzone che naturalmente è arrivata e poi entri in un contenitore sociale però non deve essere una cosa scelta a tavolino.
Chi erano e chi sono i vostri riferimenti musicali?
R: I Dear Jack sono una band che ha la fortuna di essere cresciuta con “buona musica”. Abbiamo delle radici improntate sul Classic Rock, sul Prog, sul Pop elettronico anni ’80. Ci piace un po’ di tutto, l’importante è che sia fatto con qualità. Ci piace inoltre il cantautorato ed è per questo che siamo innamorati letteralmente di Pierdavide e ci sentiamo fortunati ad aver avuto la possibilità di collaborare con lui e speriamo che sia una cosa che continuerà anche in futuro.
Hai parlato però più di generi che di artisti…
R: E’ difficile dire artisti nello specifico. Si potrebbero fare i classici nomi tipo Jimi Hendrix….
F: La maggior parte dei nomi a cui facciamo riferimento sono band. Come sonorità soprattutto quelle estere che vanno ovviamente da U2 a Beatles e come diceva Riccardo a roba Prog tipo Genesis e Phil Collins. Tuttavia siamo in Italia, amiamo molto la musica italiana e teniamo tanto a quella e a portarla avanti in ogni modo possibile.
Oggi il mercato discografico, soprattutto d’estate, è dominato dai singoli. Voi state già pensando invece a un album, magari fatto insieme?
P: Non lo so perché “Caramelle” ha avuto la fortuna di essere una cosa estemporanea e assolutamente naturale. E la naturale conseguenza per noi, più che continuare a cercare qualcosa di discografico è stato portare “Caramelle”, così come tutta un’altra serie di cose, sul palco quindi per ora ci godiamo l’esperienza sul palco che ci sta gratificando molto, poi vedremo…
Dear Jack e Pierdavide Carone intervista esclusiva – parte 2
Che tipo di live state portando in giro attualmente?
R: Conta che questa sera dovevamo portare un acustico però a quanto pare proprio non ci riusciamo a contenere quindi veramente stiamo portando il massimo dell’energia che abbiamo in corpo che poi rappresenta tutta la voglia che abbiamo di fare nella nostra vita musicale e di tutti i giorni. Abbiamo tanta energia che abbiamo voglia di far esplodere sul palco quindi non ci facciamo problemi nel fare uno show con due chitarre elettriche, un’acustica, un basso (anche col synth bass) e una batteria tutto suonato (sequenze minimo sindacale) e con quattro voci, quindi tanti cori, tante voci che si incastrano. E’ uno show che se dovessimo dargli un genere potrei dire molto Rock ‘n Roll, Pop Rock ‘n Roll, esiste come genere?
P: Rock ‘n Roll cantautorale
R: Bello!
Secondo me calza meglio la definizione di Pierdavide… Domanda per voi dei Dear Jack: fra tre anni festeggerete il primo decennio di carriera. Avete già pensato a qualche evento particolare?
R: Tu dici fra tre anni perché siamo nati nel 2012…
P: Fra tredici anni quindi saranno venti…
R: Sicuramente potremmo fare un disco oppure l’enciclopedia delle foto più sconce che abbiamo fatto in tour. Lui (Francesco) ha un album pieno di cose brutte… Magari facciamo una raccolta di quelle, tanto i dischi non li compra più nessuno…
Quindi Francesco potrebbe ricattare tutto il resto della band?
F: Potrei ricattare tante persone…
R: E poi abbiamo anche delle foto per ricattare Pierdavide, quindi…
P: E io pensa che fra qualche mese faccio dieci anni di carriera… Quindi mi sento pure più vecchio…
R: Poverino…
Pierdavide… Un ricordo di Lucio Dalla che produsse anche “Nanì e altri ricordi” dato che stasera hai fatto anche una sua cover?
P: Quello è stato il miglior modo di ricordarlo perché poi appunto un rapporto così tanto intimo e personale è bello anche se si sedimenta dentro di noi senza la necessità per forza di estrinsecarlo. Il miglior modo che ho per ricordarlo è cantare “Nanì” e ogni volta chiudere gli occhi e immaginarmi lui che ancora, da dovunque sia, mi dirige. Questa credo sia l’immagine più bella ed è giusto che ci associ a quel tipo di immagine e io personalmente magari ho anche altri ricordi.
E’ bellissima anche la definizione “direttore”…
P: Eh sì perché lui era tutto fuorché… cioè non aveva una grammatica musicale era completamente sgrammaticato che poi è sintomatico di genialità. Quando riesci a fare qualsiasi cosa senza aver una minima cognizione di causa è sinonimo di genialità. Lui quindi era un “direttore non diretotre” molto sui generis ed è stata poi quella la magia di “Nanì”.
Cos’è il caso per i Dear Jack (dato il titolo dell’ultimo album pubblicato nda)?
R: E’ tutto quello che ci porta a essere qui stasera. Può essere tutto quello che c’è di positivo e tutto quello che c’è di negativo. Sicuramente nella nostra breve ma intensa carriera ci sono capitate tante, tante cose… Non so se dovute al caso o se dovute a come ci siamo comportati noi o al fato o al karma che però ci portano qui stasera e non possiamo che essere orgogliosi di quello che stiamo facendo e anche il poter suonare in un club così per il percorso che abbiamo fatto (ricordiamo che abbiamo iniziato con gli stadi in apertura ai Modà, abbiamo fatto i palazzetti, abbiamo fatto di tutto…). Avere l’opportunità di suonare, a parte in un locale (lo Stammtisch a Chieti scalo nda) di un amico come Marco De Rosa, ma di fronte a un pubblico che hai a un metro e che vuole ascoltare e cantare con te è qualcosa di impagabile…
Poi tu giocavi in casa…
R: Mi hanno fatto cantare pure… Però veramente non ha prezzo un’esperienza del genere
Progetti futuri dei Dear Jack e di Pierdavide Carone?
P: Mah non so… Tosare il prato, lavare i piatti (risate generali)
R: Intanto abbiamo un bel tour che prosegue. Abbiamo parecchie date tra nord e sud Italia e in tutto questo cercheremo di far uscire altra musica perché non ci fermiamo mai nello scrivere e comporre. Pierdavide poi è un cantiere in continuo movimento, quindi…
Poi se Pierdavide ha altri progetti, qualche vacanza, non so…
Tosare il prato…
P: sì sì… Tosare l’erba è importante…
F: Forse anche cambiare look
P: No cambiare look non lo so… Forse devo cambiare batteria alla chitarra perché sono tanti concerti che uso la stessa batteria alla chitarra, sappiamo che sono recidivo quindi dovrò farlo…
F: Te le porto dietro io, tranquillo!
P: Grazie, grazie lo apprezzo molto!
R: Comunque contiamo a suonare il più possibile… è questa l’ambizione più grande…
F: in tutta Italia!
Legenda:
P: Pierdavide Carone
R: Riccardo Ruiu
F: Francesco Pierozzi
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