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Ddl Pillon, la legge del senatore e i numeri delle nozze

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Ddl Pillon, la legge del senatore e i numeri delle nozze. Nel giorno dedicato allalotta contro la violenza sulle donne, analizziamo il mondo delle coppie

Fa discutere da tempo ormai il Ddl Pillon, il decreto legge proposto dal senatore leghista contro cui si sono scatenati le associazioni antiviolenza.

Affido condiviso dei figli e il loro mantenimento al centro delle contestazioni.

Se il Ddl Pillon dovesse diventare legge, si potrebbe parlare di bigenitorialità perfetta: in caso di separazione il mantenimento, l’affido e il tempo sarà equamente distribuito tra i due coniugi.

Così come è importante l’aspetto della mediazione famigliare previsto dall’art. 3:

con durata non superiore a sei mesi, prevedendone l’accesso volontario delle parti, che, in qualsiasi momento, possono interromperne la partecipazione.

Ma una delle critiche più severe al Ddl Pillon riguarda l’ampliamento delle difficoltà delle donne che subiscono violenza a chiedere la separazione.

A questa critica, il senatore ha risposta tramite le pagine di Vanity Fair:

in caso di violenza domestica non ci può essere affido condiviso. Ma le dico di più: vogliamo punire tanto la violenza quanto le false accuse di violenza.

A proposito di separazioni, un’indagine Istat (relativa al 2015) parla di un aumento pari a 91.706 (+2,7% rispetto al 2014)

In particolare l’introduzione del divorzio brevefa registrare un consistente aumento del numero di divorzi che ammontano a 82.469 (+57% sul 2014).

La durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni. In media i mariti hanno 48 anni, le mogli 45 anni.

Nel 2015 le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l’89% di tutte le separazioni con affido.

Soltanto l’8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre (si tratta dell’unico risultato evidente dell’applicazione della Legge 54/2006 sull’affido condiviso).

La quota di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alla moglie sale al 60% e arriva al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne.

Si mantiene stabile la quota di separazioni con assegno di mantenimento corrisposto dal padre (94% del totale delle separazioni con assegno nel 2015).

Nozze che, nel 2015 in Italia sono stati 194.377, circa 4.600 in più rispetto al 2014.

Si tratta dell’aumento annuo più consistente dal 2008. Nel periodo 2008-2014, i matrimoni sono diminuiti in media al ritmo di quasi 10mila l’anno.

L’Istat parla di una crescita delle prime nozze: 429 per mille uomini e 474 per mille donne.

Gli sposi celibi hanno in media 35 anni e le spose nubili 32 (entrambi quasi due anni in più rispetto al 2008).

Le seconde nozze o successive, invece, sono 33.579 quasi 3mila in più rispetto al 2014 (+9%). L’incidenza sul totale dei matrimoni raggiunge il 17%.

Prosegue l’aumento dei matrimoni celebrati con rito civile: sono 88mila, l’8% in più rispetto al 2014, il 45,3% del totale dei matrimoni.

La propensione a separarsi è più bassa e stabile nel tempo nei matrimoni celebrati con il rito religioso.

 


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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24