Il termine “ansia” indica un disagio o un malessere che non vede sempre identificabili le proprie cause e che va ad influire, in maniera più o meno pesante, su aspetti cognitivi, comportamentali e fisici.
A ciascuno di noi capita di essere preoccupato e questo può avvenire per una molteplicità di fattori, basta considerare:
- la nostra salute o quella di persone a noi care
- il lavoro spesso stressante e carico di responsabilità
- lo studio
- il nostro compagno/a
- i nostri figli.
I timori, nonché paure, variano a seconda del carattere e della struttura mentale, più o meno rigida, che caratterizza ogni individuo rendendo normale la presenza di preoccupazioni quotidiane.
Talvolta l’ansia può costituire un disturbo vero e proprio tanto che a questa spesso si affianca una specifica problematica che consiste nella propensione a rispondere nella medesima maniera a circostanze diverse, cosa che al giorno d’oggi caratterizza in maniera sostanziale l’esistenza di molti individui.
L’ansia secondo la psicologia
Non sempre è facile affrontare o curare l’ansia, ma proviamo a dare una definizione dal punto di vista psicologico. L’ansia consiste nel distacco tra “l’adesso e il dopo”, ossia nella paura che un individuo prova quando abbandona l’esperienza presente (“qui ed ora”) preoccupandosi maggiormente delle conseguenze di un’eventuale azione, nonché di ciò che accadrebbe in seguito a questa (“dopo”).
Alcuni tra i disturbi riconducibili all’ansia sono:
- ipocondria
- attacchi di panico
- ansia generalizzata
- fobie
- disturbi ossessivo-compulsivi
- PTSD (disturbi post traumatici da stress)
Vi è poi una tipologia di fenomeni ansiogeni che Irvin Yalom, uno tra i più importanti psicoterapeuti ancora in vita, definisce “esistenziale”, sostenendo che: “l’ansia che ci tormenta scaturisce non solo dal nostro substrato genetico biologico (…), non solo dalla nostra lotta contro spinte istintuali rimosse (…), non solo dai nostri adulti significativi interiorizzati che potrebbero essere indifferenti, senza amore, nevrotici (…), non solo da forme disordinate di pensiero (…), non solo da frammenti di ricordi traumatici dimenticati (…), né da crisi di vita attuali che coinvolgono la carriera e il rapporto con altri significativi, ma anche da un confronto con la nostra esistenza”.
Sulla base di questo Yalom riesce ad individuare quattro differenti componenti critici dell’esistenza che, una volta che giungono alla mente o che vengono fronteggiati, generano ansia in misura diversa a seconda delle caratteristiche psicologiche del soggetto in cui scaturiscono:
- la morte
- la solitudine
- la mancanza di significato
- la libertà.
Come può aiutarmi lo psicologo a combattere l’ansia?
Come ormai affermato da tempo dalla letteratura scientifica internazionale, psicologica e medica, al fine di combattere l’ansia o di imparare ad affrontarla, è necessario l’aiuto dello psicologo e ancor più nello specifico dello psicoterapeuta, sia se si parli del “classico” disturbo d’ansia che per quello “esistenziale”.
Uno specialista, come ad esempio il Dott. Fabio Meloni, psicologo e psicoterapeuta romano formatosi secondo l’approccio fenomenologico esistenziale, Dottore di ricerca in Scienze Cognitive e perfezionato in Disturbi del Comportamento Alimentare, attraverso spiegazioni, grafici e schemi, potrà aiutare il paziente nella comprensione del funzionamento della propria ansia e dei meccanismi che provvedono ad innescarla.
L’obiettivo sarà quello di insegnare a gestire tale disturbo (a seguito del suo apprendimento), riuscendo così a considerarlo una valida risorsa per far fronte a situazioni complicate e non più come un pericolo da dover necessariamente combattere.