ROMA – C’è una buona corrispondenza tra i dati sui decessi associati al Covid-19 raccolti durante il 2020 attraverso il flusso quotidiano dalle Regioni e Provincie Autonome e quelli rilevati dall’Istat attraverso l’analisi dei certificati di morte, disponibili da qualche mese. Lo afferma uno studio pubblicato nell’ultimo numero del Bollettino Epidemiologico Nazionale lo studio di un gruppo di ricercatori dell’ISS e dell’Istat sulla valutazione della qualità delle notifiche di decesso attribuibili a Covid-19.
Questo studio presenta per la prima volta, a livello nazionale, il confronto per l’anno 2020 tra i dati di decesso rilevati dalla sorveglianza Covid-19 dell’ISS e i dati ufficiali delle cause di morte fornite annualmente dall’Istat. Sono state messe a confronto le notifiche riportate giornalmente nell’anno 2020 dalle Regioni/Province Autonome al sistema di sorveglianza integrata Covid-19 coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e i decessi individuati attraverso le denunce delle cause di morte (DPR 10/9/1990) relative allo stesso anno, pubblicati dall’Istat nel marzo 2023. Nei dati sulle cause di morte dell’Istat è possibile considerare sia i decessi la cui causa iniziale è stata attribuita al Covid-19 sia quelli in cui il Covid-19 era solo presente come concausa.
Covid-19: buona corrispondenza tra i dati sui decessi riportati giornalmente dalle Regioni nel 2020 e la rilevazione sulle cause di morte dell’Istat
Sebbene i due flussi siano costruiti con finalità diverse e utilizzino documentazione e criteri di individuazione delle cause di morte differenti, complessivamente l’analisi svolta, seppur esclusivamente descrittiva e a livello aggregato, evidenzia una buona corrispondenza dei dati. Il sistema di sorveglianza ISS, nato in una situazione di emergenza e popolato tramite le informazioni fornite dalle Regioni e Province Autonome, si è quindi rilevato uno strumento efficace e tempestivo nel cogliere un fenomeno così rilevante dal punto di vista dell’impatto sulla sanità pubblica, quale la mortalità attribuibile al Covid-19 in Italia. Infatti i due flussi messi a confronto presentano un buon accordo, con differenze percentuali minime nei periodi coincidenti con le due ondate principali (marzo/aprile e novembre/dicembre) e più accentuate nel periodo estivo.
Questa maggiore differenza in termini percentuali riscontrata nei mesi estivi è da attribuire alla bassa numerosità dei decessi verificatisi nel periodo. In termini assoluti, la prima ondata è stata caratterizzata da un numero di decessi riportati al sistema di sorveglianza integrata Covid-19 dell’ISS maggiore rispetto a quello riportato tra le cause di morte Istat (causa iniziale Covid-19). Una possibile spiegazione potrebbe essere che nella situazione emergenziale i certificati di morte, che devono essere compilati entro le 24 ore dalla constatazione del decesso, possono essere stati compilati senza disporre di tutte le informazioni necessarie per la diagnosi, incluse le analisi di laboratorio. Altro elemento da tenere in considerazione è che nelle fasi iniziali della pandemia poteva non essere chiaro ai medici come compilare i certificati di morte.