Campari acquista lo champagne Lallier per 21,8 milioni di euro, ma la trimestrale penalizza il titolo a Piazza Affari
Il Gruppo Campari acquista lo champagne Lallier, arricchendo, così, la propria offerta con un prodotto di altissima qualità; ma i dati del bilancio al primo trimestre 2020 frenano gli investitori, che penalizzano il titolo azionario.
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Già a metà aprile il Gruppo leader delle bevande aveva annunciato l’avvio di una negoziazione con la Società francese; Sarl Ficoma è la holding familiare di Francis Tribaut, con la quale Campari ha contrattato per arrivare allo Champagne Lallier, prodotto di prestigio. Dunque, Campari ha firmato oggi l’accordo ed acquista lo Champagne Lallier ed altre società del gruppo.
È scritto nella nota:
“Il corrispettivo è pari a €21,8 milioni per l’80% del capitale azionario della Società ed è soggetto ai tipici meccanismi di aggiustamento prezzo. L’acquisizione sarà finanziata con risorse disponibili e sarà pagata utilizzando cassa. Il debito finanziario netto della Società è pari a €21,2 milioni.
In base all’accordo la rimanente quota del capitale azionario è soggetta a tipiche opzioni reciproche call e put, che potranno essere esercitate a partire dal 2023. Mr. Francis Tribaut proseguirà nel suo ruolo di managing director di Champagne Lallier.
Il perfezionamento dell’operazione è atteso nel terzo trimestre. Nel 2019 le vendite delle Società acquisite sono state pari a circa 21 milioni di euro, mentre il debito finanziario netto è pari a 21,2 milioni”.
Dati sintetici bilancio Campari primo trimestre 2020
Campari, nonostante una guida impeccabile, scivola nel listino azionario; la Società è in salute ma le indicazioni sull’andamento del primo trimestre 2020 fotografano un utile fortemente penalizzato dalla pandemia. Infatti la nota emessa apre con:
“L’andamento riflette l’impatto iniziale da COVID-19, che ha colpito per lo più l’Italia a partire da marzo, oltre a una base di confronto sfavorevole.
Contesto di mercato particolarmente difficile con alcune aree più resilienti in crescita”.
Dunque la Società passa ad illustrare sinteticamente i risultati di periodo:
- Vendite pari a €360,2 milioni (flessione organica pari al -5,3%, variazione totale pari al -2,7%);
- EBIT rettificato pari a €47,9 milioni (flessione organica del -35,3%);
- Utile del Gruppo prima delle imposte rettificato pari a €34,7 milioni (-45,7%);
- Utile del Gruppo prima delle imposte pari a €30,6 milioni, in calo del -51,6%;
- Debito finanziario netto a €887,1 milioni ( +€109,7 milioni rispetto al 31 dicembre 2019, principalmente dovuto all’acquisizione del distributore Baron Philippe de Rothschild France Distribution S.A.S.);
- Solida posizione finanziaria: disponibilità liquide combinate con linee di credito e nuovo finanziamento ammontano a oltre €1,9 miliardi.
Il titolo azionario guadagna solo l’1,02% a 6,928€, dopo essere scivolato fino a 6,65€, in una giornata che ha visto il FTSE MIB chiudere a +2,06%.
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