FAO: assalto locuste in Africa aggravato da carenza pesticidi dopo blocco per diffusione nuovo coronavirus Covid-19
Roma, lì 11 aprile 2019 – Carenza di pesticidi, conseguenza del Lockdown introdotto per contrastare la diffusione del Covid-19, ha favorito l’assalto delle locuste in Africa.
In un contesto ambientale penalizzato dal meteo, la situazione è aggravata anche dalla carenza di pesticidi, bloccati dal lockdown; sul lastrico Paesi come Etiopia, Kenya e Somalia.
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La FAO prosegue le azioni di contenimento per contenere la recrudescenza delle locuste in Africa orientale; ma le restrizioni alla circolazione del personale e delle attrezzature, introdotte a seguito della pandemia del Covid-19 complicano gli interventi.
Africa: piogge e assalto di locuste
La situazione risulta allarmante in particolare in 6 Paesi: Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan del Sud, Uganda ed anche Tanzania; le locuste in Africa si confermano una minaccia, che questo anno posso creare danni senza precedenti. Infatti la sicurezza alimentare ed i mezzi di sussistenza sono ridotti al lumicino. Sono già esposte a insicurezza alimentare acuta circa 20 milioni di persone, alle quali si aggiungono 15 milioni di persone nello Yemen, anch’esso soggetto alle invasioni del parassita.
Stando alle previsioni meteo, nei prossimi mesi le diffuse piogge del mese di marzo produrranno un notevole aumento del numero di locuste in Africa orientale; inoltre nuovi sciami dovrebbero spostarsi dal Kenya verso il Sud Sudan e l’Uganda. È preoccupante anche la situazione nella Repubblica islamica dell’Iran.
La carenza di pesticidi dopo il lockdown Covid-19 facilita l’assalto delle locuste in Africa
Finora oltre 240.000 ettari sono stati trattati con pesticidi chimici o biopesticidi in tutta la regione e 740 persone sono state addestrate per condurre operazioni di controllo delle locuste terrestri; ma le restrizioni alla circolazione del personale e delle attrezzature imposte da COVID-19 hanno creato disagi. Comunque la FAO continua a lavorare con i Governi nazionali, agricoltori ed anche produttori per contenere l’epidemia in Africa. Si stanno incrementando gli sforzi nazionali, fornendo sostegno per il monitoraggio, l’irrorazione aerea e terrestre in dieci paesi colpiti.
Cyril Ferrand, responsabile del team di resilienza della FAO per l’Africa orientale, ha dichiarato:
“Non vi è alcun rallentamento significativo perché tutti i paesi colpiti che lavorano con la FAO considerano le locuste del deserto una priorità nazionale. Mentre il blocco sta diventando una realtà, le persone impegnate nella lotta contro l’impennata sono ancora autorizzate a condurre la sorveglianza e le operazioni di controllo aereo e terrestre”.
Inoltre la Ferrand aggiunge:
“La più grande sfida che stiamo affrontando al momento è la fornitura di pesticidi e abbiamo ritardi perché il trasporto aereo globale è stato ridotto in modo significativo. La nostra priorità assoluta è prevenire una ripartizione delle scorte di pesticidi in ogni paese. Sarebbe drammatico per le popolazioni rurali i cui mezzi di sussistenza e sicurezza alimentare dipendono dal successo della nostra campagna di controllo”.
Locusta del deserto
La locusta del deserto è considerata la peste migratoria più distruttiva del mondo e un singolo sciame che copre un chilometro quadrato contiene fino a 80 milioni di locuste. La FAO stima che il numero di locuste potrebbe aumentare di altre 20 volte durante la prossima stagione delle piogge a meno che le attività di controllo non vengano intensificate.
Finanziamenti per l’Africa
Finanziamenti sono stati ricevuti da:
- Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Arabia Saudita, Svezia e Svizzera;
- nonché dall’Autorità per l’agricoltura e la sicurezza alimentare di Abu Dhabi, l’African Development Bank, l’Africa Solidarity Trust Fund, l’European Protection and Humanitarian Aid Operation (ECHO);
- ed anche dall’Unione Europea, la Bill & Melinda Gates Foundation, la Mastercard Foundation, il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale (DFID) del Regno Unito, il Fondo centrale di risposta alle emergenze delle Nazioni Unite (CERF) e USAID.
Guarda il video per approfondire.
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