Antonio Cassano dà l’addio definitivo al calcio. Era ora, verrebbe da dire. Dopo diciannove anni di pantomime, in cui il “comico di Bari Vecchia” ha fatto concorrenza ai più grandi cabareattisti dello spettacolo italiano, a 36 anni, ha capito che era ora di piantarla. A parte i giornali, che sulle sue gesta extrasportive hanno venduto milioni di copie, nel mondo sportivo non mancherà a nessuno.
Antonio Cassano: la grande illusione
Il 18 dicembre 1999 è la data della Grande Illusione per Antonio Cassano. Quando, al minuto 88, il barese segnò un gol magnifico all’Inter, tutti si illusero di avere di fronte un grande talento. Intendiamoci: il talento c’era sul serio. Peccato che la professionalità fosse inversamente proporzionale ad essa. Cassano è stato il calciatore più regalato della storia. Nella sua carriera, la Roma ha fatto la figura del “pirla”. La società di Sensi ha letteralmente buttato 50 miliardi di euro per un giocatore che, negli anni successivi, è stato letteralmente regalato. La Roma lo regalò al Real per 5 milioni di euro nel gennaio 2006; un anno e mezzo dopo fu scaricato dai blancos alla Sampdoria gratis dietro il pagamento di 5 milioni in caso di futura cessione nei successivi tre anni; nel gennaio 2011 i blucerchiati lo regalarono al Milan che pagò un terzo dei 5 milioni che spettavano al Real Madrid, mentre la Samp e lo stesso barese si accollarono la rimanenza; nell’agosto 2012 il Milan rifilò la patata bollente all’Inter in cambio di Pazzini, aggiungendo anche 7,5 milioni; un solo anno bastò alla società nerazzurra per spedirlo al Parma nell’ambito della trattativa Belfodil. nel gennaio 2015 rescinde con il Parma e sei mesi dopo rifirma per la Samp. Il resto è storia con le pantomime Verona ed Entella.
Una carriera buttata
La storia di Antonio Cassano è sintomatica. Dimostra come la tecnica da sola non basti. Nel suo caso, però, non si è trattato solo di scarsa voglia di allenarsi. A Cassano è sempre stata sconosciuta una parola che, in tutte le relazioni umane, è vitale: rispetto. Rimane indelebile agli occhi i tutti, la sfuriata al compianto Riccardo Garrone. “Il rispetto è l’unico dono che bisogna dare, per poterlo ricevere“, scrisse una volta Robin Wood. Antonio da Bari Vecchia non lo ha mai dato. Per questo ha litigato con tutti, tecnici e compagni di squadra. E’ inutile dire che sia un talento sprecato. Non lo è stato. E’ stata semplicemente una persona sprecata. Addio, Cassano. Non ci mancherai.