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Abolizione Legge Fornero, ecco le ultimissime

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Le ultime sul superamento della legge Fornero

Ultimamente si è fatta strada l’ipotesi di rendere meno severa la riforma Fornero con l’escamotage della pensione anticipata, rivolta a coloro che abbiano raggiunto la famosa quota 100, ottenuta dalla somma degli anni di contributi e dell’età anagrafica. Ma con due paletti ben precisi da rispettare, ossia i 62 anni di età e almeno 36 anni di contributi lavorativi. Una misura, questa, che consentirebbe ad un numero di circa 450 mila lavoratori all’uscita anticipata, di questi circa 180 mila sono dipendenti della pubblica amministrazione. La notizia riportata dalle agenzie di stampa è quindi abbastanza chiara, non sarà possibile andare in pensione anticipata a 62 anni. Resta in piedi comunque sempre l’ipotesi di quota 100, ottenuti con la formula dei 65 anni di età e almeno 35 anni di contributi. Questo consentirebbe il pensionamento anticipato a circa 492 mila lavoratori. La strada da seguire per cercare di limare i costi della riforma è quella di ricorrere alle penalizzazioni. Quindi lasciare la possibilità di andare in pensione anche a 62 anni, ma con delle penalizzazioni pari all’1,5% dell’assegno per ogni anno di anticipo. Saranno possibili quindi tagli fino al 7,5%. Ipotesi  al momento respinta dai vari sindacati.

Pensioni

Anche il pacchetto pensioni potrebbe finire in un decreto da approvare prima della legge di Bilancio

I 5 stelle non mollano su nessuno dei fronti economici. Il partito di Luigi Di Maio vuole lavorare sulla legge di Bilancio, cercando inoltre di congelare i provvedimenti che precedono l’approvazione. Dopo un tentativo di “ritocco” del Def e il decreto fiscale che prevede il carcere per gli evasori, adesso sarà il momento delle cosiddette pensioni d’oro. La legge proposta dal M5S per cercare di tagliare gli assegni più alti, continua nel suo iter parlamentare. E’ già iniziato in commissione Lavoro della Camera l’esame della proposta, che prevede il taglio degli assegni sopra i 4.500 euro mensili. Ovviamente parliamo della sola quota calcolata con il metodo retributivo, con eventuali penalizzazioni ulteriori calcolate in base alla data del possibile ritiro dal lavoro. Provvedimento che ad oggi rischia  di vedere il sorgere di una valanga di ricorsi. La Lega del Ministro Matteo Salvini ha accettato silente, come fosse una sorta di dazio politico da pagare, nonostante penalizzi parte dell’elettorato storico delle camicie verdi.

 

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24